Mimmo Lucano, il bacio della fortuna
Emilio Grimaldi*
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La notizia di Mimmo Lucano indagato per truffa è una vera notizia. Di quelle che meritano la prima pagina il giorno che si verifica e degli altri a seguire. Proprio lui, il 50° uomo più potente del mondo secondo Fortune. E quelli di Fortune non sapevano di ciò che ha fatto con l’acqua rispedendo con le pive nel sacco quelli del carrozzone che più carrozzone non c’è in Calabria: la Sorical! Se la redazione della rivista americana avesse saputo di sicuro gli avrebbe fatto guadagnare qualche altra posizione. Dunque, è una notizia. E nel calderone delle notizie globalizzate c’entra per bene. Lui quasi come le Misericordie di Isola Capo Rizzuto – la lobby clericondranghetistica di Crotone - che stando alle accuse hanno sfruttato e lavato tutto il denaro possibile e immaginabile. Quasi. Il quasi è come il modo condizionale. Mefistofelico come il dubbio.
In fondo, l’uomo e l’interesse dell’uomo verso le cose non sono mai cambiati. Hanno raggiunto importanti progressi sul piano della tecnologia, dei mezzi di comunicazione e di informazione, ma la tentazione nel vedere l’eroe e il santo sacrificati sull’altare insieme ai lestofanti non è mai venuta meno. Quel piacere sottile che gonfia e soddisfa l’egoismo del “tutti siamo gli stessi”, o del “non ci sono persone perbene” ha ininterrottamente occupato un posto di primo piano sia nella storia che nel chiuso della propria coscienza. La storia degli avvenimenti sparge veleno a chicchessia e su tutto, ma contestualmente e in religioso silenzio diffonde anche l’antidoto. E cioè la verità, che è qualcosa di prezioso. Che serve ad avere una visione cristallina dei fatti. I quali, a loro volta, non è detto che seguitino, dopo essersi impregnati di veleno, ad abbracciare l’antidoto. Nella maggior parte dei casi la storia notizia sul veleno e l’antidoto poi riesce a farsi notare solo in pochissime eccezioni. Alcune persone della storia hanno dovuto aspettare molto anni prima di ricevere giustizia. Altri hanno atteso invano ricevendo giustizia solo nella cassa da morto. Altri ancora non l’hanno mai avuta, né loro né i discendenti. In molti hanno scritto della notizia ricordando le buone pratiche in materia di immigrazione realizzate dal sindaco dei Bronzi. Quasi come se fosse solo questo il buon Lucano. No, è molto di più: con la Sorical ha “fatto” una notizia che di rado viene ricordata dai mass media abituati solo a massimizzare e a traslare in masse i singoli. L’acqua pubblica per tutti, senza pagare la tangente a questa società di diritto pubblico e privato che conta circa trecento dipendenti - i cui nomi rimangono ancora top secret – provenienti dalle famiglie dei rappresentanti della democrazia partecipata. Ha fatto rinascere la cultura dell’asinello che s’incunea nei vicoli più stretti per trasportare i sacchi della raccolta differenziata. Questo e tanto altro. Ma ha fatto rinascere soprattutto - è questa la cosa più importante - il paese dei Bronzi, famoso nel mondo per i Bronzi, appunto, e per lui medesimo. Altrimenti sarebbe stato destinato all’abbandono e alle favole del c’era una volta. Personalmente penso che alla prossima fiction che andrà in onda su Rai 1 a lui dedicata peserà non poco l’assenza di questa vicenda. Sarebbe stata molto utile, nell’economia delle umiliazioni subite, per rendere ancora più luccicante la sua storia. Peccato! Avrebbero potuto aspettare qualche mese prima di fare le riprese. Solo un po’ di tempo. O altrimenti sarebbe stato tardi per la vispolitica sull’immigrazione di Minniti e le varie cooperative impegnate solo a vedere il pocket money da chiedere al governo e non alle persone nascoste dietro i numeri? Lucano è un avversario inquietante. Ti obbliga a lavorare e a pensare. Delle due l’una. *Scrittore e precario in molti altri lavori |
PUBBLICATO 09/10/2017 | © Riproduzione Riservata
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