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Verso le politiche. I candidati locali e l'avvio flop dell’UDC

Foto © Acri In Rete
Redazione
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Lunedì, alle 20, sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature per le Politiche del prossimo 4 marzo. Alla fine solo uno sarà il candidato locale. Si tratta di Mario Bonacci, consigliere di opposizione, già candidato a sindaco nello scorso mese di giugno, docente di matematica al liceo scientifico di Acri.
E’ candidato all’Uninominale alla Camera in Liberi e Uguali nella circoscrizione Ionio, di cui fa parte anche Acri. Nel 2013 furono cinque; Pino Capalbo, attuale sindaco, alla Camera nella lista Pd e Bruno Pascuzzo, alla Camera per Sel, a sostegno di Bersani, Massimo Belsito, per il Movimento Cinque Stelle, a sostegno di Grillo, Nicola Tenuta, ex sindaco, alla Camera per Grande Sud, a sostegno di Berlusconi e Michele Trematerra, ex assessore regionale, per l’Udc, a sostegno di Monti.
Nessuno, però riuscì a sedersi a Montecitorio ed a palazzo Madama. Nessuno degli otto candidati alle Parlamentarie dei Cinque Stelle, è riuscito ad essere in campo.
Erano Fabio Canino, Maria Luisa Vuono, Vincenzo Sposato, Giuseppe Fiore, Vincenzo Toscano, Nino Pucciano, Salvatore Gallo e Cinzia Pancaro.
Anche il Partito Democratico non ha espresso un candidato locale così come Forza Italia e Udc.
Quest’ultima forza politica, domenica scorsa, ha celebrato l’assemblea costituente, o meglio avrebbe voluto celebrare.
Alla fine, infatti, non è stato eletto alcun organismo statutario. Si è trattato, in realtà, di un incontro tra quattro amici, in un cinema semi vuoto (più ospiti che locali).
Si fa prima a citare i presenti che i moltissimi assenti.
In sala, oltre al segretario provinciale Cedolia, anche il commissario locale del partito, Capalbo, Michele e Gino Trematerra, il consigliere comunale Vigliaturo, l’ex sindaco Bonacci, l’ex presidente del consiglio, Straface e qualche altro simpatizzante.
Presente (solo come spettatore disinteressato?) anche un consigliere dell’attuale maggioranza guidata da Pino Capalbo.
Assenti i consiglieri Abbruzzese e Palumbo, gli ex segretari locali, Zanfino, Arena e Algieri, l’ex consigliere provinciale, De Vincenti, l’ex sindaco Maiorano, l’ex consigliere Molinari (pare vicino alle posizioni di Fi), l’ex assessore Cerlino.
A quanto pare è in atto un fuggi fuggi, insomma non è più l’Udc di una volta.
In realtà gran parte dei presenti (alcuni rimasero al loro posto, ovvero nell’Udc, centro destra) sono ex appartenenti al Movimento di Casini, centro sinistra, a cui avevano aderito giusto un anno fa ma che oggi hanno fatto dietrofront per ritornare nel centro destra.
Dopo appena alcuni mesi. C’è di più.
A vedere le candidature sia alla Camera che al Senato, non sono presenti candidati che hanno un legame con i dirigenti locali.
L’Udc, quindi, cerca di ripartire, ma tra mille difficoltà, perdita di consensi e di adepti.
Sebbene i legittimi sforzi dei dirigenti locali, la verità è questa.
Lo Scudo Crociato, qui, ha avuto sempre ampi consensi per poi subire un declino a partire dal 2014.
Gino Trematerra
è stato (2012) segretario regionale, senatore (2006) ed eurodeputato (2013), Michele, consigliere regionale dal 2005 al 2010, assessore regionale dal 2010 al 2014, nonché componente del direttivo nazionale.
Alle Europee 2009 l’Udc ha raccolto 4800 voti, alle Comunali 2010, con candidato a sindaco, poi eletto, Gino Trematerra, 7000 voti.
Dopo di che, è iniziata la flessione con la perdita di consensi registrata alle Politiche 2013, con Michele candidato nella lista Con Monti per l’Italia (1900 voti), Comunali del 2013, candidato Gino Maiorano (2000 voti), regionali 2014, con candidato l’assessore uscente, Michele, (1100 voti), Europee 2014, con candidato l’uscente Gino (1600 preferenze) e Comunali 2017, 700 voti.

PUBBLICATO 31/01/2018 | © Riproduzione Riservata





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