OPINIONE Letto 2279  |    Stampa articolo

Un regionalismo differenziato assolutamente condizionato e, di conseguenza, differito.

Foto © Acri In Rete
Ettore Jorio
condividi su Facebook


È quanto deciso dal Governo giallo-rosso. Le sue componenti politiche lo hanno sancito al punto 17 del loro programma politico nel quale hanno declinato il relativo percorso di completamento del processo di autonomia differenziata, secondo canoni segnatamente solidaristici e di salvaguardia dell'unità giuridica ed economica, funzionali a rendere il Paese una cosa sola e indivisibile sul piano dell'esigibilità dei diritti di cittadinanza.
Il tutto, subordinato ad un coevo indispensabile riordino organizzativo degli enti locali, altrimenti in progressivo default.
Finalmente un impegno serio dopo tanti anni di colpevoli ritardi.
Diciotto, dall'insediamento in Costituzione del federalismo fiscale (art. 119) e dell'autonomia differenziata (art. 116, 3). Dieci, dalla legge attuativa del federalismo fiscale (l. 42/09).
Otto, dai decreti delegati che hanno regolato la pratica attuazione dei fabbisogni standard per gli enti locali (d.lgs. 216/2010 e 23/2011) dei costi e fabbisogni standard per sanità e sociale e del fondo perequativo, destinati a enti locali e all'erogazione dei diritti sociali (d.lgs. 68/2011).
Ebbene dopo tutti questi anni c'è ancora al riguardo una confusione totale, anche tra coloro i quali hanno partecipato attivamente alla revisione costituzionale del 2001 e alla approvazione, alla quasi unanimità, della legge attuativa del 2009 e dei suoi decreti delegati.
Alcuni infatti hanno da poco riscoperto l'opportunità costituzionale offerta alle Regioni di rivendicare una maggiore competenza legislativa rispetto a quella ordinaria dettata dalla legislazione concorrente (art. 117,3) e da quella riservata dallo Stato quanto ad alcune materie (scuola, giudice di pace, ambiente e beni culturali). E ancora.
Si sono accorti che la Nazione aspetta inutilmente da un decennio la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, dei costi e fabbisogni standard, oggi inaspettatamente riscoperti dalla politica che governa, dopo quella dimissionata che ne aveva trascurato irresponsabilmente l'esistenza.
Tutto questo dimostra di come si discute, si litiga e si critica su quanto precedentemente condiviso, anche unitariamente, sul piano legislativo.
Ciò a dimostrazione dello stato di scarsa attenzione del legislatore a dare seguito normativo al proprio prodotto e di assoluta incoscienza degli «insorti fuori tempo massimo» che, facendo ricorso all'enunciazione di pericoli spesso immaginari (fake news, Bin dixit), producono ulteriori perniciose divisioni nel Paese.
Ebbene, il connubio politico M5S, PD e Sinistra unita ha deciso di dare senso alla partita del federalismo fiscale, attuandolo finalmente. Non si perfezionerà, quindi, alcuna richiesta di autonomia differenziata (del tipo quelle di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) se non saranno prima determinati i fabbisogni standard per gli enti locali, i costi e fabbisogni standard per rendere esigibili i diritti sociali, sanità e sociale in primis.
Se non sarà, altresì, costituito soprattutto (e non istituito perché a questo ci hanno già pensato, la legge 133/1999 con il suo d.lgs attuativo 56/2000, la Costituzione novellata nel 20011 e la sua legge attuativa e i suoi decreti delegati) il fondo perequativo che garantirà a tutto il Paese le risorse necessarie per assicurare alla collettività i diritti fondamentali.
Quindi, un grande plauso alla scelta del governo Conte bis di essersi impegnato ad attuare, prima di consentire l’attivazione del federalismo asimmetrico, quanto è nelle corde dalla Costituzione da circa un ventennio.
A recuperare i gravi ritardi di attuazione della stessa di tutti i governi che si sono succeduti dal 2001, che hanno fatto finta di dal 2009 che non esistessero i livelli essenziali, il sistema perequativo e i costi/fabbisogni standard.
Un gap al quale ha contribuito quella burocrazia ministeriale che ha remato contro tutto questo, sentendosi minacciata dalla naturale deminutio che ne sarebbe derivata all'esercizio del proprio potere amministrativo.

PUBBLICATO 13/09/2019 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

RICORDO  |  LETTO 2037  
Per Leonardo Marra
Tutto è pronto: le mappe, la fatua speranza. Mi spolvero le palpebre. Ho messo all’occhiello la rosa dei venti. Tutto è pronto: l’atlante, l’aria. ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 706  
Il Pd di Acri esprime soddisfazione per l'archiviazione della posizione del Sindaco Capalbo
Il Partito Democratico di Acri ha accolto con grande soddisfazione la decisione del Pubblico Ministero e del Giudice per le Indagini Preliminari di archiviare la posizione ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 829  
La rivincita di un galantuomo
Giorno 15 Aprile la città di Acri si è svegliata con la bellissima notizia che un galantuomo ha avuto giustizia, il galantuomo è il Sindaco di Acri Avv. Pino Capalbo. La vicenda è nota ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 1139  
La legge dello specchio: le anime nere vedono riflesso negli altri ciò che quotidianamente vedono quando si guardano allo specchio
Non è facile chiedere scusa, in quanto sintomo di forza, stabilità e autocritica. Non tutti hanno queste capacità. Il procedimento penale che ha visto coinvolto il sindaco di Acri nel febbraio 2020 c ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 865  
Gli onesti confidano sempre nella giustizia e la giustizia alla fine premia gli onesti!
CivicaMente Acri esprime tutto il suo plauso ed orgoglio per l’archiviazione della posizione del Sindaco Pino Capalbo nell’inchiesta della procura di Paola, che coinvolgeva ...
Leggi tutto