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Dibattito sul libro Psicodemocrazia di Gabriele Giacomini

Foto © Acri In Rete
Giovanni Caporale
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Il secondo incontro organizzato dal Circolo di Cultura T. Cornelio, sul tema “Democrazia e Coscienza Civile”, si terrà presso la Sala del Consiglio di Acri, alle ore 18 di venerdi 18 ottobre p.v.
Pur trattandosi di un percorso articolato di approfondimenti sul tema, ciascun incontro ha una sua dignità e compiutezza, per cui può essere fruito in pienezza anche singolarmente.
Nel primo incontro, tenutosi a Cosenza presso la libreria Ubik il 27 settembre u.s., la riflessione è partita dal libro “Il crucifige! e la democrazia”, di Gustavo Zagrebelsky, il cui pensiero riferito al rapporto tra maggioranza e democrazia può essere rappresentato da una sintesi proposta dal grande giurista in un documento divulgativo molto interessante:
In democrazia, nessuna deliberazione si interpreta nel segno della ragione e del torto.
Non vale la massima terroristica: vox populi, vox dei.
Essa solo apparentemente è democratica poiché nega il diritto della minoranza, la cui opinione, per opposizione, si direbbe vox diaboli. Vox populi, vox hominum, invece; voce di esseri fallibili ma disposti a riconoscere i propri errori.
Il motore di questo movimento sta non nella maggioranza, ma nelle minoranze che fanno loro il motto “distinguiti dalla maggioranza nel compiere ciò che ritieni giusto”.
La loro ragione d’essere è la sfida alla deliberazione presa, in previsione di un’altra migliore.
Per questo, la prevalenza di una maggioranza su una minoranza non è la vittoria della prima e la sconfitta della seconda ma l’assegnazione di un duplice onere: alla maggioranza, dimostrare nel tempo a venire la validità della decisione presa; alla minoranza, insistere su ragioni migliori.
Ond’è che nessuna votazione, in democrazia (salvo quelle che instaurano la democrazia stessa) chiude definitivamente la partita, perché il terreno per la sfida di ritorno è sempre aperto.
” (da “Le dieci regole d’oro” di G. Zagrebelsky)
Per quanto riguarda il secondo incontro, incentrato sul commento del libro di Gabriele GiacominiPsicodemocrazia. Quanto l’irrazionalità condiziona il discorso pubblico”, la riflessione trae spunto dall’analisi di ciò che contribuisce a formare le credenze del singolo cittadino, chiamato a selezionare le informazioni che influenzano la sua scelta di voto.
L’autore auspica che con una attenta valutazione effettuata su basi teorico-filosofiche documentate e supportate dai risultati degli studi di ricerche sul complesso fenomeno dell’irrazionalità, ci si possa salvare dalle conseguenze di atteggiamenti catastrofistici che possono condizionare pesantemente il voto dei cittadini.
La perdita di fiducia della base elettorale nei principi fondamentali della democrazia, spesso alimentata da una comunicazione mediatica che fa costantemente appello all’irrazionalità del singolo cittadino, rischia di far vacillare le valutazioni solide e razionali con cui si dovrebbe arrivare in cabina elettorale, rendendo così la partecipazione alle scelte della cosa pubblica non aderente al bisogno collettivo reale.
In tempi in cui ci si barrica nei social per esprimere il proprio pensiero, un’occasione di dibattito aperto e partecipato, per tentare di stimolare il bisogno di confrontarsi con continuità su quelli che sono i cardini della società democratica, contestualizzarli nel tempo e consentire a ciascun cittadino di poter esercitare i propri diritti nella libertà garantita da una coscienza razionale e consapevole.


PUBBLICATO 17/10/2019 | © Riproduzione Riservata





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