Colle Dogna. Quattro mila anni di presenze umane
Roberto Saporito
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Seimila reperti rappresentano quattromila anni di presenze umane nel sito di Colle Dogna.
La conferma arriva nel corso di un’iniziativa nell’ambito della dodicesima edizione del Premio letterario nazionale “Padula” a cui hanno partecipato gli archeologi Alessandro Vanzetti e Maria Antonietta Castagna, che, insieme ad altri studiosi, da oltre venti anni si stanno occupando del sito archeologico di Colle Dogna. Tutto parte per caso nel 1996, in occasione dei lavori dell’istituto tecnico commerciale, quando un docente, appassionato di archeologia, Giuseppe Palermo si accorge che nel terriccio che aveva prelevato per il suo giardino erano presenti cocci di vasi ed altri oggetti. Da qui l’intervento della Soprintendenza e l’inizio della campagna di scavi. Era il 1999. Ne seguirono altri nel 2000, 2008. Nel 2016, invece, fu fatta solo una ricognizione senza scavi e raccolta. Gli studi hanno dimostrato che in questa zona esistenza un vero e proprio insediamento (allevatori ed agricoltori) risalente all’età del bronzo e del rame, ovvero duemila anni a.c., che aveva un seguito anche nella Sila Grande fino al lago Cecita. Insomma, reperti di inestimabile valore che fanno di Colle Dogna uno dei siti archeologici più importanti a livello nazionale. Alcuni reperti, una quarantina, sono visibili all’interno del Museo Maca gli altri sono custoditi nel Museo archeologico di Sibari. “Si tratta di un prestito, ha tenuto a precisare la responsabile del Museo, Adele Bonofiglio, i reperti non sono ancora inventariati ma non è escluso che potremmo concedere una proroga.” Vanzetti e Castagna hanno garantito la pubblicazione del Volume (forse il prossimo anno) sui venti anni di lavori. Il testo comprenderà il rapporto di scavo ed il catalogo completo dei manufatti. Nel frattempo accontentiamoci di una sintesi, una quarantina di pagine, contenente informazioni storiche dettagliate e foto sul sito e su alcuni dei reperti ritrovati che sarà consegnata a tutti i partecipanti sabato sera durante la premiazione. Alla discussione hanno dato un contributo anche Mario Bonacci, assessore alla cultura, Giovanni Cofone, presidente A.C.R.A., Piergiorgio Garofalo, membro del cda della Fondazione Padula ed Adele Bonofiglio, responsabile Museo Sibari. |
PUBBLICATO 22/11/2019 | © Riproduzione Riservata
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