Le opere che non costano sembrano non avere valore per le istituzioni acresi


Francesco Foggia

L’articolo di Hortus Acri “Per la bellezza, serena e resiliente!”, apparso sui giornali on-line acresi dal 26 novembre 2019, mi fa ricordare un’esperienza di due anni fa che porta a confermare che le opere che vengono donate spontaneamente non sempre vengono apprezzate dalle istituzioni che le ricevono.
Ad ottobre del 2017 ricorreva il trentennale di una vicenda che aveva visto protagonisti un gruppo di studenti di Acri e un loro docente. Essi, nel 1987, avevano ricevuto una “medaglia d’argento” a ricordo della loro partecipazione, con una ricerca bibliografica, al 20° Concorso Philips per Giovani Ricercatori. L’iniziativa era stata voluta dagli studenti per poter gareggiare con i loro coetanei d’Italia. Naturalmente la lentezza per avere le approvazioni dei vari consigli di classe, le carenze del materiale scolastico e l’impossibilità ad utilizzare i locali scolastici in ore pomeridiane non facilitavano la realizzazione in tempi brevi dello stimolante obiettivo. Si decise, allora, di fare tutto in totale autonomia (anche economica): qualcuno mise a disposizione un locale privato per favorire gli incontri in ore extrascolastiche; altri le loro conoscenze informatiche, un Commodore 64, una stampante ad aghi MP803; un altro ancora un videoproiettore di diapositive e il resto del gruppo a “spulciare” articoli di riviste e giornali più attuali, nonché a studiare enciclopedie scientifiche per ampliare la relazione finale. Il risultato fu un volumetto di 125 pagine. La sorpresa più gratificante fu ricevere, all’indirizzo del coordinatore responsabile, una medaglia d’argento quale premio di partecipazione. Ne rimasero tutti entusiasti e la medaglia rimase per trent’anni nella sua custodia, chiusa in un cassetto. Il premio, però, rimaneva collettivo, ottenuto col contributo di tanti! Che farne? Si decise, dopo anni, di donarlo alla scuola che avevano frequentato (chi come docente, chi come studente) pensando che potesse conservare memoria della loro presenza in quegli anni. Infatti fu consegnata da tre di loro, con il beneplacito e la soddisfazione di tutti gli altri. Poteva seguire una cerimonia ufficiale per rimarcare l’attività di ricerca ed il potenziale ruolo dell’istituzione scolastica nel seguire la crescita e la formazione delle giovani generazioni, magari con la consegna ai singoli protagonisti dell’attestato di consegna della medaglia? A distanza di due anni non è avvenuto niente di tutto ciò, anzi, sembra che la medaglia non si trovi più !Se in Acri le opere che non hanno avuto costo sembrano senza valore, devo ricordare che in economia si definisce “bene economico” un oggetto disponibile in quantità limitata, reperibile e utile, cioè idoneo a soddisfare un bisogno. I beni donati da Hortus Acri ("Piazza P48, della Restanza e dei Ritorni”) al Comune di Acri e dal gruppo scolastico (“Medaglia d’argento del 20° Concorso Philips per Giovani Ricercatori”) alla loro scuola, hanno soddisfatto dei bisogni, sono stati idonei a soddisfare delle domande e sono in quantità limitate, anzi, uniche ed originali, cioè non si trovano facilmente e non sono disponibili gratuitamente sul mercato. Ognuno può fare quel che crede di ciò che riceve (come è avvenuto per la scultura di Gino Scarsi “Monumento ai caduti e dispersi delle ultime due guerre”) ma i cittadini acresi si aspettano ben altro dalle istituzioni. |
PUBBLICATO 30/11/2019 | © Riproduzione Riservata

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