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Sanità pubblica in Calabria. Chi ci salverà? Intanto chiude il punto nascita di una nota clinica di Cosenza

Foto © Acri In Rete
Gaia Bafaro
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In questi giorni è stata annunciata la chiusura di un punto nascita di una famosa clinica privata cosentina. Gli spiriti di cittadini e di cariche importanti si sono animati ed è in corso una lotta per la tutela di questo servizio di supporto al territorio ed al centro ospedaliero dell'Annunziata.
Mi sarebbe piaciuto vedere lo stesso impegno e la medesima determinazione anche per la tutela della sanità pubblica.
È giusto salvare il punto nascita di una clinica ma tanti altri punti nascita pubblici eccellenti e storici, come quello di Corigliano o Rogliano e persino Acri , sono stati chiusi senza una rivolta da parte di noi donne e di nessuno.
Sul punto nascita dell' ospedale di Cosenza e dei servizi offerti da pronto soccorso ed altri reparti se ne sentono e leggono di cotte e di crude.
Tanto da aver fatto scattare in alcuni il terrore nei confronti di un luogo che dovrebbe garantire il nostro benessere, molti che conosco restano a casa malati piuttosto che recarsi presso il nosocomio cosentino per poi raggiungere il primo medico privato o uno dei tanti centri che offrono servizio di analisi ed accertamenti per cifre non proprio accessibili a tutti. Perché per la sanità pubblica i cittadini non si adoperano a sufficienza?
Perché in Italia tutti stiamo favorendo la privatizzazione dei nostri diritti alla salute? Soprattutto perché il presidente della regione dice di aver contribuito alla ripresa dei nostri punti ospedalieri ma in realtà sono tutti quasi totalmente chiusi, senza personale, non attrezzati, con tecnologia arretrate.
Perché la Cittadella è sorda alle proteste degli Oss che restano fermi nella graduatoria regionale da anni mentre si richiama da Cuba altro personale medico?
Perché si è speso tempo ed energie per creare un portale "Sanibook" con delle segnalazioni contro il personale medico (che lavora con infinite difficoltà, senza adeguate turnazioni e mezzi) e non si può fare lo stesso per le segnalazioni disciplinari su chi ci amministra?
Quanto ancora vogliamo prenderci in giro con manifestazioni inutili a cui nessuno darà conto adesso che sono trascorsi anni e tutti tacitamente abbiamo contribuito alla negazione nei nostri diritti, alla chiusura dei nostri beni?
Ci si oppone prima , si lotta quando qualcuno o qualcosa respira ancora e non quando ormai una cosa è morta da anni. Avete mai visto resuscitare un morto?
Qualcuno firmi adesso affinché per curarsi non sia necessario prendere un treno anche quelli vecchi e malconci) per recarsi fuori dalla nostra regione.
Cari colleghi giornalisti che lanciate raccolte firme ed animate gli spiriti al senso di comunità e giustizia: perché non fate lo stesso con l'ospedale pubblico (invece di pubblicare articoli di terrorismo psicologico ogni due/tre giorni) e soprattutto perché vi piegate a dare parola alle bugie dei politici?
Un posticino sicuro in una testata (dove probabilmente restate anche sottopagati) vale più della vostra coscienza e ,qualora ne abbiate una, anche della vostra anima? Detto questo salviamo le nostre eccezioni ma, nello stesso tempo, tuteliamo anche il bene pubblico ed il nostro diritto non solo a partorire ma anche e soprattutto a curarci ed a garantirci assistenza medica senza la necessità di dover fare affidamento sui propri risparmi. "Scriviamo alla RAI", "Facciamo questo e quello" , si legge in questi giorni su varie testate, fossi in voi mi rivolgerei a "Chi l' ha visto?"
Per ritrovare il cervello del popolo italiano. Che meretrice la storia!
Da popolo di artisti ed illustri poeti ad una massa informe corrotta, opportunista, senza attributi e bugiarda che corre dietro alle mode ed agli impostori come la Ferragni e la De Filippi ma non è capace di salvarsi la pelle o di formulare un libero e costruttivo pensiero.

PUBBLICATO 08/04/2024 | © Riproduzione Riservata





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