OPINIONE Letto 3827  |    Stampa articolo

Don Luigi Basile, tributo ad un brav'uomo ed un buon prete

Foto © Acri In Rete
Leonardo Marra
condividi su Facebook


C’era una volta un prete… No, c’era una volta un prete, ma soprattutto uomo che del suo appartenere all’umanità aveva fatto un vessillo involontario. Sì perché egli non era una di quelle persone che amano trovarsi al centro dell’attenzione anzi, era modesto come modesti possono essere solo i veri servitori di Cristo, umile tra la gente umile, non teneva mai nulla per sé ed era pronto a spartire anche un tozzo di pane qualora glielo avessero chiesto. La sua chiesa, aperta fino a tarda sera, proponeva conforto a quanti ne avessero bisogno e nessuno usciva dal suo “studio” senza aver attinto a quel sorriso che infondeva serenità e tranquillità. Anche nelle avversità o nei momenti più difficili, che la sua salute gli riproponeva periodicamente, non abbandonava mai i fedeli, che lo amavano proprio per quel suo spirito di sacrificio e fratellanza, per quel suo essere sempre a disposizione degli altri, per quel predicare la condivisione del Sacramento della Comunione e poi riuscire ad applicarlo nella vita di tutti i giorni senza mai un gesto di stizza o peggio ancora di superbia o arroganza, ed anche se le sue funzioni iniziavano puntualmente con qualche minuto di ritardo, erano sempre affollate e lui sapeva farsi perdonare con quelle omelie, prive di prosopopea o di filosofie elaborate, omelie semplici ma profonde, che arrivavano dritte al cuore e rimanevano là in un cantuccio, dove, alla bisogna, era possibile ripescarle e cercarvi conforto. Insomma, c’era una volta uno di quegli uomini di chiesa che tanto piacciono a Papa Francesco. Oserei dire: “c’era una volta un uomo di Francesco”.
Non sono mai stato un fervido frequentatore della Chiesa in quanto istituzione, ma più volte ho avuto modo di chiacchierare con lui, ed ogni volta la sensazione che provavo era identica: quell’uomo aveva un grande dono, quello di accogliere e confortare chiunque ne avesse bisogno. Mi rimane il ricordo del suo sorriso e della sua fede senza ostentazione. E’ quasi un anno ormai, da quel 29 luglio del 2015, che quel prete ha raggiunto il suo “Padre Celeste”.  
Peccato Don Luigi, dopo tanto tempo ho rivisitato la tua chiesa. Non è più la stessa senza di te, dopo la tua dipartita persino i fiori della tua venerata Madonna hanno perso il loro tenue profumo.

PUBBLICATO 06/06/2016 | © Riproduzione Riservata





Ultime Notizie

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 2196  
Lettera al sindaco
Quello che oggi si sta verificando in materia di sanità, ed in particolar modo riferito al nostro nosocomio, non è altro che il frutto di un percorso intrapreso negl'ultimi dieci anni ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 4566  
Caro amico, ti scrivo…
Questi giorni sono stati molto complicati, ho fatto persino fatica a mettere insieme i tanti ricordi. Del resto, quando ci siamo conosciuti eravamo due adolescenti con molti grilli per la testa e mag ...
Leggi tutto

CONCERTI  |  LETTO 429  
Sabato concerto di Pasqua con il duo Gibboni-Dalia
Giuseppe Gibboni, vincitore nel 2021 della 56esima edizione del Premio Paganini di Genova, quarto italiano nella storia dellacompetizione violinistica più prestigiosa al mondo, e Carlotta Dalia, ...
Leggi tutto

STORIA  |  LETTO 597  
Cristo velato
Il corpo di Cristo martoriato dalla passione è ricoperto da un velo affinché i nostri occhi non vedano quelle ferite sanguinanti, profonde, crudeli che abbiamo inflitto al figlio di Dio. ...
Leggi tutto

CULTURA  |  LETTO 500  
A proposito del Collegio di Sant’Adriano: ecco cosa scrive Anselmo Lorecchio
Usa la locuzione latina “ab imis” il giornalista Anselmo Lorecchio (1843 – 1924) di Pallagorio (KR) per illustrare a mezzo stampa l’idea di riformare totalmente il Collegio di Sant' Adriano ...
Leggi tutto