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In me stesso ho un pessimo maestro

Foto © Acri In Rete
Salvatore Ferraro
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Il vecchio motto in un’incisione del Dürer. “In me stesso ho un pessimo maestro”. Si questa volta, a dispetto dei miei pochi ma ferali critici, che mi ritengono, giustamente, presuntuoso e attaccabrighe, voglio fare un’eccezione. Farò un po’ di autocritica.
L’esperienza politica nell’amministrazione Tenuta in effetti mi fa tenere presente che è proprio così, ho un pessimo maestro dentro che mi fa apprendere con lentezza le lezioni che gente più sveglia riesce ad imparare al volo. La fiducia nel prossimo e la mancanza di difese preventive mi fanno lanciare in esperienze nuove senza paracadute, dando per scontato che chi mi affianca è mio alleato. Se abbiamo un progetto comune, sicuramente lavoreremo per raggiungere lo stesso obiettivo e, anche se le apparenze dimostrano il contrario, bisogna capire le ragioni dell’altro, che sicuramente non è in malafede… e poi alla fine, quando ti accorgi dell’inganno o auto-inganno, è troppo tardi.
Visti adesso da una altura lucreziana, distinguo nitidamente i personaggi, gli interpreti e le trame del film che vedo e rivedo più volte cogliendone sempre nuovi particolari. E imparando finalmente la lezione.
Nell’ultimo consiglio comunale, quello della farsa sull’elezione del Presidente del Consiglio, il sindacoTenuta se ne è uscito con una infelicissima frase, che dipinge la dimensione della sua più autentica  personalità politica, peraltro manifestata in altre occasioni.
Il popolo di Acri ha eletto me a sindaco che ho preso 6500 voti, 2000 più delle liste, mentre voi consiglieri che avete preso 100 voti pensate di voler amministrare”.
La lapidaria risposta del consigliere Viteritti, uno dei consiglieri costretto a passare all’opposizione, sintetizza in poche parole un film che potrebbe essere un classico per quanti fossero interessati alla politica locale, per come si sviluppa nelle sperdute contrade calabresi: “Il sindaco ci ha utilizzato in campagna elettorale come portatori sani di voti”.
Vediamo il film. Non vi preoccupate, sarà un cortometraggio o docu-film come usa oggi. E anche per non addetti ai lavori.
Nel 2013 il vento dell’antipolitica soffiava impetuoso. Ad Acri, alle elezioni politiche di febbraio il Movimento 5 Stelle risultava primo partito, con 3.173 voti (28,3 %), senza un solo manifesto di propaganda affisso sui muri. Alle elezioni Comunali di maggio, il M5S non riesce a formare una lista. 
Nicola Tenuta - politico navigato, che per anni e con più profitto di altri era stato a scuola dal senatore, lui che è rimasto, più di tutti, contaminato dal morbo del trematerrismo endemico, acquisendone furbizie e spregiudicatezza, e superando persino il maestro - è stato capace di mettersi a capo di un movimento civico formato in pochi mesi, coinvolgendo sinceri sostenitori della cosiddetta antipolitica, ed incanalando il consenso degli elettori che l’antipolitica l’avevano manifestata in cabina elettorale pochi mesi prima.
Un capolavoro machiavellico, da manuale.
Decine di candidati a consigliere, portatori sani di voti appunto, che volevano “provare” a fare politica mettendo a disposizione le loro competenze, le loro conoscenze, la loro intelligenza, la loro passione e la loro onestà, formarono 4 liste, per sostenere un programma nuovo, alternativo ai partiti tradizionali, ai giochi di potere, contro il vecchio modo di fare politica e le sue modalità clientelari e truffaldine. E sostenneroNicola Tenuta candidato a sindaco.
Pur essendo un ingenuo idealista, resistetti alla sua proposta di una mia candidatura, penalizzante per i miei interessi personali e professionali. Riuscì però a far candidare mia moglie.
I candidati a consigliere totalizzarono 2.910 voti (il 21%), il candidato a sindaco ne ottenne 5.079, duemila voti in più delle quattro liste messe insieme, duemila voti disgiunti.
E sì, voti disgiunti, perché ogni candidato del movimento, sia quello che prese 12 voti che quello che ne prese 364, in proporzione, dove non era possibile ottenere il voto a consigliere, riuscì a strappare fior di voti per il sindaco Tenuta.
Ma per il sindaco quei duemila voti in più non provengono né dall’onda antipartitocratica né dai suoi candidati, sono voti suoi personali, ricevuti soprattutto per il bel ricordo lasciato nella memoria degli acresi dalla fulgida esperienza di sindaco, a fianco del suo maestro, nel quinquennio 2000/2005.
Finiti subito i festeggiamenti, il sindaco incomincia il suo secondo capolavoro che dimostra come in politica gli idealisti sprovveduti  diventino facile pasto per i machiavellici realisti.
Mi manifesta la sua necessità di avere una persona come me in giunta, visto la mancanza di elementi con esperienza amministrativa. Resisto all’assalto. Si mostra più “sincero”... Ci sono movimenti da fare per il Consiglio, ci sono pedine da sistemare. Insomma c’era bisogno di un fesso che gli togliesse le castagne dal fuoco col rischio di scottarsi le dita… chi meglio di me.
Prima delle elezioni aveva promesso ad un consigliere la Presidenza del Consiglio e anche se mia moglie ha preso il triplo dei suoi voti, si potrebbe bla bla bla… E poi deve far entrare in consiglio un candidato trombato. Se mia moglie si dimettesse, entrerebbe il primo dei non eletti nella stessa lista, questo Lupinacci, che purtroppo allora conoscevo solo di vista. Resisto. Tua moglie potrebbe fare l’assessore… ma il problema è che non ha sufficiente esperienza… tu ci salveresti, se no, la vittoria non c’è servita a niente. Resisto. Dopo l’ennesimo assalto, sia io che mia moglie cediamo. Farò io l’assessore, lei si dimetterà. Senza nulla a pretendere in cambio. Anzi, a me solo l’onere di fronteggiare gli attacchi degli avversari che di quelle dimissioni ne faranno un casus belli. Incredibile ma vero... purtroppo Pessimum magistrum memet ipsum habeo.



La stretta di mano dopo la conclusione della “trattativa” con-vincente.



Nasce la giunta Tenuta e ci si incammina con entusiasmo, anche se fra le arcinote difficoltà finanziarie in cui versa il Comune.
Il sindaco che, bisogna ammettere, è professionalmente preparato come tecnico contabile quanto è scaltrito come politico, è così convinto di aver vinto le elezioni grazie al proprio esclusivo carisma personale, che non vede più l’utilità dei tanti candidati non eletti.
Un capitale umano, civile, professionale che non viene coinvolto nel  “nuovo” progetto amministrativo, e che il sindaco dilapida senza tanti scrupoli.
Viene presto dimenticato il programma, anzi viene proprio stracciato, altro che doveva essere stracciato se si fosse andati in dissesto!
Arrivano e acquistano sempre più potere affaristi, esponenti di poteri occulti, mosche cocchiere che, come si dice, in campagna elettorale non ci hanno messo nemmeno la faccia.
Cominciano invece ad andar via, diciamo ad essere messi in condizione di andar via, ad uno ad uno (ma anche a coppie) quelli che avevano creduto che si girasse un altro film.
Vanno via Consiglieri, vanno via Assessori, due in particolare (Benvenuto e Ferraro) avrebbero voluto andar via già dopo la seconda riunione di giunta, allargata ai consiglieri, per un episodio da clinica psichiatrica.
I consiglieri comandano più degli assessori, afferma il sindaco. Me lo dice adesso, dopo aver fatto dimettere mia moglie da consigliere… E poi per quale motivo? Per far entrare in consiglio comunale un grande affarista, che ne combina di tutti i colori…
Ma questa è una storia che va raccontata un’altra volta.
Ho voluto solo dare prova dei miei limiti in politica, causati dal mio pessimo maestro interiore, con sommo gaudio per i pochi nemici/avversari e per mettere sull’avviso eventuali candidati a sindaco che volessero coinvolgermi in futuro.
Per contro, alcuni amici mi hanno fatto montare la testa sulle mie capacità letterarie, per cui sto lavorando alle bozze di due libri, uno sulle vicende collegate a questi tre anni di amministrazione comunale, con dettagli che mi fanno tranquillamente - senza temere querele - definire affarista chi lo è realmente. L’altro riguarda una biografia non autorizzata dei due più noti politicanti acresi contemporanei.
Per la gioia dei miei pochi follower naturalmente.
Salvis iuribus.

PUBBLICATO 02/10/2016 | © Riproduzione Riservata



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