L’amore ai tempi del colera


Franco Bifano

“C’eravamo tanto amati per tre anni o forse più, C’eravamo poi lasciati non ricordo come fu’” cosi cantavano i Beans in “come pioveva”, una canzone del 1976. (Guarda il video ). In realtà, l’amore di cui si parla nel romantico motivetto era durato un anno, non di rado capita però che altri amori possano durare qualche anno in più. Del resto, si dice che di un amore si conosce l’inizio ma nessuno saprà mai se, quando e come finirà.
Gli amori in politica quando finiscono sono uno strazio. Una volta, dalle finestre delle sedi di partito volavano “gli stracci”. Oggi, con l’avvento della tecnologia, i panni sporchi volano direttamente “in rete”. L’agorà virtuale diventa quindi discarica di macerie e porcherie di solito perpetrate ai danni dei cittadini. Così, finalmente è mostrato il vero volto di una certa politica, quello “sporco” quello inconfessabile, fatto di compromessi, intrallazzi, favori e anche affari fatti per o con gli amici. Mia nonna, che era una che conosceva le bizzarrie di questi tipi d’amore, era persino capace di prevederne la durata, avrebbe facilmente misurato l’idillio politico: “Non più di tre anni!” Ne avrebbe tracciato addirittura (in rigoroso dialetto) “l’amorevole percorso”: “U’ primu annu mussu e mussu, u’ secondu cudu e cudu, u terzi anni a cavuci allu cudu!” (il primo anno baci e abbracci, il secondo non ci guarda più in faccia, il terzo anno ci si prende a calci nel sedere). Magica nonna! Con questa lungimiranza sarebbe stata certamente un amministratore illuminato. Fino a quando il presunto amore, a volte figlio di baratti, regge i politici mentono spudoratamente, negano ostinatamente anche davanti all’evidenza. Capita allora che al tramonto dell’amore finalmente emerga quello che, evidentemente, prima era considerato inconfessabile. Prendiamo le tasse, ad esempio, si è sostenuto che pagare anche quelle non dovute fosse normale. Oggi a idillio finito apprendiamo, come per incanto, che erano tasse vessatorie dovute a un Sindaco poco coraggioso o con la coda di paglia. Oppure, ci informano candidamente che i soldi gentilmente concessi agli amici (con una determina da 35.000 euro fatta alla vigilia di Capodanno, quando la gente è distratta dal cenone) per inutili consulenze o farlocchi corsi di formazione, prima avallati senza ritegno, oggi si scopre che hanno solo contribuito al notevole dispendio di risorse per realizzare un enorme imbroglio ai danni della collettività (sic!). I tempi cambiano e gli amori si consumano. Oggi è lecito affermare tutto. Un tempo chi osava dire le stesse cose subiva “dotte” randellate e velenosi, quanto vili, schizzi d’inchiostro utili per punire e marchiare le voci “fuori dal coro”. Trovo davvero stupefacente che adesso tutto questo accada senza che nessuno senta il dovere di muovere un dito o proferire parola. In un silenzio assordante quanto complice, si continua a “galleggiare” indifferenti, o al più rassegnati, in quella che scopriamo essere ogni giorno, sempre di più, una nauseabonda cloaca maxima. |
PUBBLICATO 06/10/2016 | © Riproduzione Riservata

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