Duro affondo dei DS di Acri nei confronti delle direzioni provinciale e regionale del partito.
In un documento approvato dalla segreteria del Comitato Cittadino e dal gruppo consiliare, e inviato a Piero Fassino, vengono, in particolare, pesantemente chiamati in causa Mario Oliverio, neo-presidente della Provincia, e Nicola Adamo, segretario regionale della Quercia.
"Le elezioni Provinciali ed Europee-vi si legge-hanno visto i Ds arretrare fortemente a Cosenza e in Calabria e hanno messo in evidenza la necessità di costruire nel nostro partito una reale democrazia che consenta ai militanti di partecipare e di scegliere in modo da riconoscere a tutti gli iscritti piena cittadinanza.
Oggi dobbiamo constatare che tutto ciò nei DS in Calabria non esiste.
Ci sono evidenti difficoltà, aggravate da decisioni incomprensibili, che dobbiamo sapere analizzare e superare.
Le principali sono: il trasformismo che rischia di inficiare il vero senso delle attese dei cittadini (vedi metodi nella scelta della giunta provinciale e nel rimpasto del Comune di Cosenza); la effettiva realizzazione dell'unità, intesa come processo finalizzato a far convivere diverse identità e culture; la scarsa capacità di attrazione e dialogo con i cittadini che è originata da una insufficienza culturale di linguaggio e di progetto politico.
Queste difficoltà-continua il testo-assumono in Calabria e in provincia di Cosenza una maggiore consistenza per via di una politica, della direzione regionale e di quella provinciale, gestita da gruppi ristretti, interessati più alle questioni degli uomini e delle loro collocazioni che a valori, programmi e obiettivi.
In questa direzione grave è stato l'errore commesso dal segretario regionale, da quello provinciale e dal presidente della Provincia, che si sono fatti promotori di un accordo di potere finalizzato alla conquista del governo e che potrebbe condannare il nostro partito a ripercorrere vecchie esperienze fallimentari.
La sufficienza con cui i segretari hanno risposto alla nostra azione politica e il silenzio cinico e spregiudicato del presidente Oliverio sono stupefacenti, e fanno capire il tipo di democrazia, dibattito e confronto di cui si fanno portatori(Š).
In assenza di una vera e non più rinviabile discussione e verifica politica, il rischio forte per i DS di Acri e del comprensorio è di vedere scemare il patrimonio storico di credibilità, costruito in tanti anni di lotta e di proposte politiche.
Acri e il comprensorio(Comunità Montana "Destra Crati", oltre 91 mila abitanti) hanno una secolare storia di antiche tradizioni democratiche e di sinistra, hanno rappresentato un punto di riferimento come "cuore rosso della Calabria" e non possono accettare mortificazioni dettate da equilibri e interessi di parte(Š).
La debolezza del sistema sociale ed economico, aggravata dalla mancanza di una prospettiva di sviluppo, espone l'intero comprensorio al rischio di un ritorno al passato che potrebbe significare un riciclaggio della vecchia classe politica che in tanti anni ha provocato molti danni al Mezzogiorno.
In questo contesto, un gruppo dirigente come il nostro deve misurare la sua capacità di costruire un partito in cui il dialogo e l'unità diventino requisiti fondamentali nella costruzione di una identità politica, sociale e culturale, capace di porre la basi di una nuova stagione politica.
La discussione e l'iniziativa politica che con questo documento si vogliono promuovere vanno in una duplice direzione: avviare una discussione interna ai DS, sulla base di una piena assunzione di responsabilità, sugli esiti e sulle scelte fin qui maturate; rendere agibile il confronto fra i DS che aspirano al cambiamento, ma che, non avendo prospettive, rischiano di disperdersi in logiche individualistiche e di rinunce".