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Il purgatorio: strada per il paradiso o per l'inferno?

Flavio Sposato
Foto © Acri In Rete
Ci aspettavamo che l'intervento del consigliere Barone sul PRU di piazza Purgatorio suscitasse reazioni e dibattito, pensavamo che esso fosse -e volesse essere- un sasso lanciato nello stagno, per provocare movimento nelle acque stagnanti; ci sembra invece che esso sia finito nella palude, ingoiato e fagocitato senza alcun movimento e senza lasciare alcun segno tangibile, non è così che dovrebbero andare le cose.
Il Pru di piazza Purgatorio, con intervento su di essa di soli privati, è stato pensato dalla giunta Rocco nel lontano 1998, portato avanti ed approvato dalla giunta Tenuta, ora ulteriormente portato avanti (dopo un fallito tentativo di toglierlo con una nuova perimetrazione) dalla giunta Coschignano; in questi otto anni qualcuno ha mai pensato di aprire sull'argomento un pubblico dibattito e di coinvolgere tecnici e cittadini per vedere cosa essi ne pensassero? Non ci sembra.
A nostro avviso errore d'origine ci fu nella vicenda e fu quello di inserire il Purgatorio tra le aree ad intervento privato, errore ci fu nell'approvazione della proposta del privato, errore ci sarebbe ora nel realizzare un intervento eccessivamente invasivo e di scarsa o addirittura nulla utilità per la collettività.
L'ideale sarebbe stato prevedere su piazza Purgatorio solo intervento pubblico, ma è inutile piangere sul latte versato, ora bisogna cercare la quadratura del cerchio, cosa difficile ma non impossibile: conciliare l'interesse del privato con quello pubblico.
Serve moderazione e ragionevolezza, serve che ciascuno si assuma le sue responsabilità, anche l'attuale opposizione consiliare che ha approvato una proposta troppo invasiva e di scarsa utilità per la collettività, serve un intervento leggero che realizzando una volumetria accettabile e non eccessiva lasci a piazza la maggiore area possibile, serve un progetto urbanisticamente ed architettonicamente valido (e quello originario lo era) ma condiviso, serve un intervento nel quale il pubblico - proprietario dell'area di maggior valore di tutto il centro urbano - abbia il giusto ritorno economico e sociale, serve che a dettare le scelte sia l'interesse sociale collettivo prima che quello economico anche se pubblico.

PUBBLICATO 31/10/2006

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