Opinione Letto 1852  |    Stampa articolo

Zero per 1000 al sociale.

Nello Serra
Foto © Acri In Rete
Il sociale non porta voti, il sociale non scende sulle piazze, il sociale non ricatta, allora perché aiutarlo, perché riconfermare il 5 per mille sulla finanziaria?
Come tutti sanno, il provvedimento adottato dal Ministro Tremonti, aveva suscitato un enorme entusiasmo nella società civile poiché dava una boccata di ossigeno a chi operava in condizioni difficili e spesso drammatiche, dato che lo “Stato sociale” italiano è impostato sulla monetizzazione del bisogno piuttosto che sulla prevenzione e sulla qualità della vita.
In tutti questi anni, si pensi all’emergenza delle tossicodipendenze e dell’AIDS, la società civile ha cercato di fare quello che i governanti non hanno saputo fare, investendo risorse soprattutto umane in progetti di aiuto in tutti i campi e ovunque vi fosse un problema da risolvere.
Mancando un’incentivazione, il tutto è stato affidato alla buona volontà dei singoli, quindi i servizi erano e sono a volte precari, ma è sempre meglio il precario del niente. E’ altrettanto vero che nella realtà del volontariato italiano vi sono tante esperienze eccellenti e di qualità.
Finalmente un governo della Repubblica, devo dire, di centro destra, aveva dato al cittadino-contribuente la possibilità di aiutare chi lo meritava veramente. Ne era nata una forma di democrazia partecipata, di solidarietà diffusa che alla fine avrebbe spazzato via le organizzazioni autocelebrative e statiche, premiando quelle volenterose e dinamiche, nelle quali la gente crede perché le vede operare e le conosce da vicino.
Tutto ciò lo dico per esperienza diretta avendo avuto la possibilità di chiedere sostegno per accelerare la costruzione, nel paese in cui abito, Acri (CS), di una Comunità di accoglienza secondo il pensiero e l’esempio di Don Lorenzo Milani (aderenza, coerenza, mutuo insegnamento, mutuo aiuto).
Ci siamo impegnati e forse saremo premiati, a meno che questo governo non trovi il modo di toglierci anche il dovuto, dando all’Agenzia delle Entrate disposizioni talmente rigide da trovare il pelo nell’uovo, oppure allungando i tempi in modo da vanificare il beneficio di un’ eventuale entrata piccola o grande che sia.
A riportarci alla dura realtà dell’esser lasciati soli, ci ha pensato il governo Prodi senza con questo voler fare del vittimismo o del politicismo.
Per non conoscere le motivazioni che hanno indotto il Ministro delle finanze a proporre il l’eliminazione del 5 per mille dalla Finanziaria, si potrebbero tentare delle ipotesi, ma ci sarà tempo per fare analisi serie e approfondite; una domanda però è d’obbligo: se vi era bisogno di risanare i conti pubblici perché non si è ritoccata l’intera materia, compreso l’8 per 1000 alla Chiesa cattolica e alle altre confessioni religiose?
In attesa di una risposta, restano la delusione e il danno in quanto, confidando su una riconferma del 5 per 1000, molte piccole realtà hanno contratto degli impegni che ora bisognerà onorare e hanno fatto programmi che ora dovranno ridimensionare.
Mi faccio e faccio qualche altra domanda: hanno pensato alle organizzazioni di volontariato del Sud, dove le Regioni, gli enti locali, non spendono un euro e non danno nessun quadro di certezze? Hanno pensato alle organizzazioni di Napoli e della Campania, per stare nell’attualità, dove non vi è solo la mattanza della criminalità ma anche le cose buone di chi opera per la legalità e per il bene comune?
Non si capisce dove questo governo voglia andare a parare, se pensa anche al Paese reale oltre che a quello ideale di Prodi che in campagna elettorale ha parlato di felicità.
Questo governo sarà capace di ripensarci o sa ascoltare solo chi scende nelle piazze e pesta un ministro come i tassisti? Se Prodi voleva la felicità devo dire che mi ha reso felice solo perché mi ha risvegliato da un sogno: quello di avere un po’ di aiuto dallo Stato non per fini personali, ovviamente.

Nello Serra, fondatore della "Don Milani" Società Cooperativa Sociale (Acri-Cosenza)

PUBBLICATO 4/11/2006

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