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I Piani di Riqualificazione Urbana (PRU) di Acri finalmente al traguardo.

Angela Forte
Foto © Acri In Rete
La maggioranza di centrosinistra del Comune di Acri, in seguito alla "rimodulazione" aperta dalla Regione Calabria, ha finalmente concluso l'iter burocratico relativo ai PRU.
La fase immediatamente successiva prevede la valutazione definitiva della Regione a cui dovrà far seguito l'erogazione dei fondi e l'avvio della fase esecutiva degli interventi previsti.
Il Comune di Acri avrà un finanziamento di circa 4,5 milioni di euro. Contestualmente, una Ditta privata realizzerà, con fondi propri, un investimento di circa 6 milioni di euro in Piazza Purgatorio, per come previsto nella modulazione del 2000.
L'intervento pubblico, rimodulato, prevede la realizzazione di opere quali: il Teatro Comunale, la sistemazione di Via A. Moro, sistemazione viabilità nei pressi dell'Anfiteatro, interventi nei pressi di Piazza Matteotti e nel Centro Storico.
Si è conclusa una vicenda decisamente travagliata: un percorso iniziato nel 1998 con il Sindaco Rocco, proseguito nel 2000 col Sindaco Tenuta e rimasto "congelato" fino all'elezione del Sindaco Coschignano nel 2005. In pochi mesi, nonstante le difficoltà, la procedura è stata completata, con l'azione decisiva dell'attuale Amministrazione. Il punto più discusso riguarda l'intervento privato, soprattutto per il fatto che è stato collocato (nel 2000) in un'area pubblica ritenuta fondamentale per il centro urbano di Acri.
L'Amministrazione e la maggioranza di centrosinistra, sia per ovviare alle tante perplessità emerse sia, soprattutto, per aprire nuovi spazi ad investimenti da parte dei privati, con la disponibilità delle autorità competenti e il supporto degli esperti del Comune, con trasparenza e linearità, avevano deliberato in Consiglio Comunale una riperimetrazione delle aree su cui far intervenire i privati, tanto che al bando avevano risposto ben 8 Ditte con proposte di investimento per circa 30 milioni di euro.
Un ricorso al TAR della minoranza di centrodestra ha sollevato, in sostanza, il problema dell'eccessiva "elasticità" nell'interpretazione del concetto di "rimodulazione" prospettato dal dispositivo regionale.
A fronte del rischio che, col ricorso dell'opposizione, ben mirato in termini politici, potesse essere anche invalidata l'intera procedura, la maggioranza, con coraggio e determinazione, ha revocato gli atti avviati ed è ritornata alla perimetrazione iniziale, seguendo, questa volta, l'interpretazione più restrittiva possibile del termine "rimodulazione".
Resta il rammarico di dover rinunciare ad un disegno politico avanzato e progressista, che avrebbe modificato l'assetto della città di Acri in termini urbanistici, dando spazio alle capacità imprenditoriali dei soggetti privati interessati ed aprendo nuovi scenari di occupazione e di crescita dell'indotto in una realtà in grave crisi.
L'opposizione ha preteso di fatto, attraverso il TAR, l'interpretazione "autentica" del dispositivo regionale: non sarebbe stato meglio lasciare alla Regione medesima il compito di "valutare ed interpretare", visto che, comunque, tutta la procedura deve passare al vaglio della Commissione regionale preposta?
Probabilmente Acri ha bisogno di una classe politica più serena e costruttiva per affrontare problematiche complesse e lungimiranti. Le prese di posizione rigide o sottilmente "scaltre" possono anche gratificare le frange faziose delle proprie tifoserie, sprovvedute o in mala fede, ma di sicuro danneggiano l'intera comunità.

PUBBLICATO 18/3/2006

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