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La beffa del digitale Premium.

Roberto Saportio
Foto © Acri In Rete
Il sindaco rende noto che alla località Serra di Buda è stato installato il ripetitore per ricevere il segnale della televisione digitale del gruppo Mediaset Premium.
Così recitava un avviso affisso sui muri della città poco più di un anno fa e firmato dal sindaco Elio Coschignano. Furono centinaia gli utenti che accolsero l’ invito e si attivarono immediatamente per acquistare dapprima il decoder e poi la simcard.
Il numero degli utenti aumentò notevolmente nel corso dei mesi. Sedotti dal fatto di poter assistere ad una varietà di programmi con un’ alta qualità di immagine. Ma ora, a distanza di un anno, le centinaia di abbonati, o meglio di ex abbonati, si sentono raggirati e presi in giro. Da due mesi, infatti, il segnale non arriva e, di conseguenza, i programmi criptati restano tali anche per gli utenti che avevano sottoscritto regolare abbonamento a Mediaset Premium. Addio film, partite in diretta, sport in genere, cartoni animati e reality show. Circa trecento euro buttati al vento. Centocinquanta per il decoder, altrettanti per la speciale carta. Ma i numerosi utenti non ci stanno e minacciano di adire le vie legali. Anche perché al momento nessuno ha saputo dare loro una risposta esaustiva. Neanche Mediaset Premium. Anzi, chi ha contattato il call center o visitato il sito del noto gruppo televisivo digitale ha avuto l’ amara possibilità di scoprire che il comune di Acri non è coperto da tale servizio. Ossia, il territorio della cittadina silana fa parte di quel 15 % del territorio nazionale ancora sprovvisto di segnale.

 
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Ed allora l’avviso del sindaco a quale comune si riferiva se quello di Acri non era e non è raggiunto dalle frequenze digitali di Mediaset? Una grave superficialità del primo cittadino e della sua amministrazione che non hanno verificato l’ esistenza o meno del segnale o una truffa portata avanti da abili impostori sostituitisi a tecnici e impiegati Mediaset? Il colosso televisivo lombardo declina ogni responsabilità riguardo il disservizio, sostiene che di quel ripetitore non sa nulla ed invita gli utenti a rivolgersi al proprio Comune. Una burla o un raggiro vero e proprio? Chi ha installato il ripetitore su un’ area comunale? Chi doveva tutelare gli utenti e chi li risarcirà? Interrogativi inquietanti che dopo due mesi necessitano di risposte.

PUBBLICATO 27/1/2007

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