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Giornalisti o scribacchini di partito?

Angelo Sposato
Foto © Acri In Rete
E' opinione di molti cittadini che una delibera comunale del mese di febbraio confermi la tendenza ad una presunta forma manipolata dell'informazione cittadina.
Il comune ha dato l'incarico di addetti stampa a due corrispondenti locali, di due diversi quotidiani, con uno stipendio annuo di 9.000 euro ciascuno.
Così la domanda è questa: se un giornalista è anche addetto stampa della giunta comunale, come può riportare notizie locali, obiettivamente, per stimolare il dibattito e l'informazione in una comunità dove le maggiori responsabilità del dissesto provengono da tutte le amministrazioni politiche? Si assiste, perciò, alla diffusione di notizie ornamentali che fanno da muro alla vera realtà del paese, coprendo quelle macerie che dovrebbero essere svelate.
Tutto ciò non è molto democratico, ovvero far passare per Las Vegas una città moribonda come Acri.
Da chi scrive su un giornale ci si aspetta che, almeno, vengano riportati i fatti nella loro forma più obiettiva e non edulcorazioni di storie vecchie ma sempre più dannose.
Negli ultimi giorni la notizia del volto di Cristo, apparso sul pavimento di una chiesa (qualcuno ha detto che era quello di Garibaldi!), ha occupato uno di questi addetti stampa, ma la città più che del viso di Gesù ha bisogno di un suo miracolo, dicono i cittadini.
La corrispondenza locale viaggia, forse, su strani sentieri perché un addetto stampa dovrebbe firmarsi in quanto tale, per dare modo a chi legge di interpretare al meglio la notizia riportata, specie se riferita a chi governa.
E' una questione di onestà, prima di tutto personale e poi professionale. Tutto ciò i cittadini lo riferiscono anche a chi ha ricoperto lo stesso ruolo per la passata amministrazione, che oggi, dicono, volteggi in un cielo di ignavia parlando bene di questo o di quello e propinando, ai lettori, secchiate di articoli riguardanti congressi e federazioni di partiti e trascurando gli aspetti più interessanti di queste vicende. Con tutto questo, Acri continua a vivere un suo personale Medioevo, un'agonia di bavagli ed etere, di buchi di tempo che hanno inghiottito un minimo di evoluzione e rivoluzione.
La cittadinanza chiede che si parli dei problemi del lavoro, della disoccupazione, dell'emigrazione mancanti nelle agende politiche di chi siede sulle poltrone.
Molti chiedono di fare il conto di quanto si sia parlato di queste problematiche sui giornali negli ultimi tempi.
Informare significa far sapere agli altri e la città per migliorare ne ha bisogno.

PUBBLICATO 29/3/2007

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