Al di là di sterili polemiche di piccolo cabotaggio, la cerimonia di inaugurazione dei lavori del nuovo tracciato della SS660, della scorsa settimana, rappresenta per Acri e per le sue possibilità di sviluppo una tappa storica.
Un collegamento certo e più agevole con la valle del Crati, con l'autostrada e il capoluogo provinciale è un punto di straordinaria importanza, dal quale non si può prescindere.
E questo gli acresi lo sanno bene, poiché lo hanno vissuto sulla loro pelle per diversi mesi nel 1999, quando l'Anas, in seguito a un peggioramento del movimento franoso su Serra di Buda, dispose la chiusura della strada e il pressoché totale isolamento del centro presilano.
Nonostante il segnale di distensione e della volontà di superare le polemiche politiche che hanno accompagnato questa fase, non sono mancate comunque le voci discordanti e incomprensibili di chi si appiglia anche a simili vicende per un quarto d'ora di celebrità.
Insomma, anche in questa circostanza, il centrosinistra è stato costretto a pagare dazio alle solite intemperanze di Rifondazione Comunista.
Un incidente di percorso che ha imbarazzato, e non poco, soprattutto gli esponenti del centrosinistra, ma che nel quadro complessivo ha la consistenza di un insignificante dettaglio.
Per il resto, sia il sindaco Elio Coschignano che il Sen. Gino Trematerra hanno voluto rimarcare il carattere storico dell'inizio dei lavori, al di là delle opinioni sulla opportunità di scegliere questo tracciato piuttosto che un altro.
E questo, a poco più di una settimana dal voto, non è poco.
L'auspicio è che questo spirito "bipartisan", in stile "Expo", non si esaurisca con l'atto formale dell'inaugurazione dei lavori.
Acri ha davanti sfide per le quali occorre impegnare tutte le energie di cui dispone.
Questo non significa che ci si debba appiattire su posizioni predefinite e che non debba esservi dialettica. Tutt'altro.
E' necessario che ognuno difenda de proprie posizioni e le proprie idee, magari anche sulla facciata dell'edificio comunale, ma quello che conta è lo spirito.
Negli ultimi anni, sia il centrosinistra che il centro - destra in qualche circostanza hanno difeso posizioni indifendibili per partito preso, privilegiando una coerenza di facciata a una sana e costruttiva autocritica.
Ma anche laddove dovessero persistere differenze di interpretazioni insanabili, per il bene collettivo, non occorrerebbe fare le barricate.
Il mondo politico subisce costanti scossoni e posizioni difese strenuamente fino a ieri oggi appaiono ormai anacronistiche.
Tutto sta a capire il contingente, al di là della propria collocazione strategica o ideologica.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 09-04-2008.