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SA ai mimini storici. Nel 2006 3000 voti, ora appena 800.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
"Ritengo che il risultato del Pd può ritenersi più che positivo visto che rispetto al 2006 si è aumentati del 5 % nonostante l'assenza di un candidato locale, sia alla Camera che al Senato, e con la presenza del quale penso che si potevano raggiungere anche le seimila preferenze. Come primo cittadino ringrazio chi ci ha permesso di ottenere questo ampio consenso frutto di un lavoro intenso e di una parte di amministrazione comunale, cinque consiglieri e due assessori, che si dichiara molto soddisfatta ed ottimista per il futuro. La pesante sconfitta della Sa? Il loro era un progetto vago ma tra gli elettori acresi è passato il messaggio del voto utile tanto che un terzo dei simpatizzanti della Sa ha votato Pd ed un altrettanto non è andato a votare."
In quella che è sempre stata una roccaforte rossa, dove Pci prima e Ds poi hanno raggiunto ampi consensi, l'analisi del voto, piuttosto che incentrarsi sulle ottime affermazioni di Pd (34 %), Udc (23 %) e Pdl (22 %), è dedicata, invece, alla debacle della Sinistra estrema. E non poteva essere altrimenti visto che Pdci, Rifondazione e Verdi, che nel 2006 riuscirono a mettere insieme la bellezza di circa tremila voti, ovvero il 22 %, sono ai minimi storici. Il dato elettorale, imprevedibile, non lascia spazio a dubbi e giustificazioni. Pdci, Verdi e Rc sono stati sonoramente bocciati da un elettorato che ha scelto due grossi blocchi come Pd e Udc ( a proposito si parla di una prossima alleanza.). 4.9 % al Senato e 6.6 % alla Camera sono risultati che impongono una seria riflessione.
Non fosse altro perché questa coalizione poteva contare anche su tre assessori comunali, di cui è vice sindaco, due consiglieri comunali dei Verdi, uno di Rc e Pdci. E se poi si aggiunge che Sa aveva anche un candidato locale alla Camera, l'ex sindaco Zanfino, (ottocento voti per lui) allora si può dire che la sconfitta è ancora più grave e pesante.
L'effetto amministrativo non c'è stato ma a quanto pare molti simpatizzanti avrebbero preferito Pd o addirittura Udc al Senato.
Ora si attendono le prossime mosse. Logica vorrebbe che le prime coincidessero con le dimissioni dei segretari dei tre partiti al fine di far ripartire un coalizione formata da forze come Pdci e Rc, che appena due anni fa misero insieme oltre duemila voti.

PUBBLICATO 17/04/2008

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