RELIGIONE Letto 3278  |    Stampa articolo

Non si puo’ servire due padroni.

sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
Il denaro posseduto, investito, speso, è segno particolarmente evidente del livello etico e umano della società e del mondo intero, perché di per sé, immediatamente fa emergere la sua scarsità o drammatica assenza in tanta parte di umanità impoverita, in bilico continuo fra vita e morte. Il 20% della popolazione del Pianeta utilizza l'80% della ricchezza e specularmente, l'80% è costretto a usufruirne solo il 20%. Ogni 5 secondi viene ucciso un bambino dalla fame, dalla sete, da malattie endemiche, curabili, circa 30mila al giorno: un omicidio di massa quotidiano!
1 miliardo e 300 milioni di persone è fra vita e morte; 1 persona su 6 non si nutre a sufficienza per una vita sana e attiva. Quasi metà della popolazione mondiale vive con meno di 2 dollari al giorno. La ricchezza mondiale è oggi più che mai concentrata nelle mani di un'élite. Un esempio: Bill Gates possiede un patrimonio netto dell'ordine di 50 miliardi di dollari. Ci sono circa 140 paesi al mondo che hanno un PIL annuo inferiore a questa enorme ricchezza. In Italia (fonte ISTAT) delle 24.905.042 famiglie, 2 milioni 490 e 504 se la spassano, possedendo oltre il 45% della ricchezza lorda di tutte le famiglie messe insieme, mentre oltre 12 milioni si trovano in situazioni difficili dovendo spartirsi un misero 10%.
Secondo l'istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca e la pace (giugno2010), la spesa militare del mondo nel corso del 2009 assomma a 1220 miliardi di euro, corrispondenti a 224 dollari per ogni abitante del Pianeta. I dati dimostrano un aumento del 6% in relazione al 2008 e del 40% al 2000. L'Italia è all'8° posto. La tratta di esseri umani con forme efferate di minacce e ricatti e altre forme di coercizione, rende a livello globale 32 miliardi di dollari, secondo l'ONU. Il profitto sul traffico di droga raggiunge una somma fra i 300 miliardi e 500 miliardi e secondo Le Monde rappresenta l'8% del commercio mondiale. In questo tempo, sconcertante e triste per il nostro Paese si costata come i soldi servono a comprare le prestazioni sessuali di ragazze, anche minorenni, a dire che con i soldi si può tutto. In questo contesto risuona chiara e netta la Parola di Dio che troviamo nel Vangelo di Matteo 6,24-34.
Le situazioni drammatiche che anche i numeri esprimono sono determinate dall'assoluto, dall'idolatria del denaro, del capitalismo, della massimizzazione dei profitti, dall'intreccio fra mafie e loro coperture, cercata comunque con qualsiasi mezzo, sacrificando continuamente vittime. "Nessuno può servire a due padroni: perché, o amerà l'uno e odierà l'altro; oppure preferirà il primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire Dio e i soldi".
Servire Dio significa la passione per Lui che di per sé è passione per l'umanità e quindi per la giustizia.
Il Vangelo esorta "a non preoccuparsi troppo del mangiare e del bere che servono per vivere, perché la vita è più importante del cibo e il corpo è più importante del vestito". Gli esempi degli uccelli del cielo che vivono in libertà e provvisorietà e dei fiori della campagna belli di per sé, esprimono con una profonda evocazione poetica un affidamento all'essenzialità e alla sobrietà. A chi vive in drammatica povertà, a chi è senza lavoro, l'esortazione a non preoccuparsi troppo del mangiare e del vestire può risuonare come un'offesa. Di fatto, se a cominciare da chi determina le ingiustizie si scegliessero l'equità, la giustizia, l'essenzialità, la sobrietà, la condizione cambierebbe per tutti. "Voi cercate il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più". Si tratta dell'impegno appassionato e continuo per la giustizia, perché sia garantita una vita dignitosa a ogni persona, a cominciare da chi fa più fatica, con attenzione alla cultura, all'istruzione, alla ricerca, alla sanità. E la Chiesa che annuncia questo Vangelo cosa dice e soprattutto come opera? La coerenza dovrebbe essere molto più riscontrabile, con segni di povertà, di sobrietà, di accoglienza, di condivisione; con il coraggio della profezia non più ricattata da convenienze economiche.

PUBBLICATO 07/03/2011

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