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Il “figliol prodigo” e l’anno che verrà

Gianluca Garotto
Foto © Acri In Rete
L’infelice e malinconica attualità mi riporta ad affrontare, mio malgrado, la “controversa questione sindaco”. Mi sembra di trattare sempre le stesse questioni poiché “l’unico problema” su cui si è discusso nelle piazze del nostro paese, negli ultimi nove mesi, è stato quello di chiedersi, se nell’immediato futuro, sulla poltrona di primo cittadino, siederà il già sindaco-europarlamentare o il vicesindaco.
Acri è stata lasciata in balia delle onde, attanagliata da una crisi che “incoraggia”, ogni giorno che passa, sempre più giovani a cercare altre mete in cui stabilirsi.
Dicevo, ci risiamo, dopo poco meno di un anno nel conclave cittadino c’è stata la cosiddetta fumata bianca. Per il “figliol prodigo”, tra poco più di una settimana, dopo il parere favorevole dalla prefettura e l’espletamento di alcune procedure burocratiche, si verificherà il cosiddetto scatto d’anzianità.
Acri e la sua collettività potrebbero, così, avere un sindaco “nuovo di zecca”; questa nuova situazione sposterà l’attenzione dai problemi reali come strade franate, buche, bandi, concorsi pubblici, rotonde, soldi pubblici, disagi quotidiani a ciò che di nuovo si potrà “realizzare” e che ridarebbe l’opportunità per una eventuale ricandidatura.
Mentre assistevo all’imbarazzante teatrino politico, mandato in onda da Palazzo Sanseverino-Falcone, mi è venuta in mente una bellissima canzone di Lucio Dalla, dal titolo Cosa sarà, con un ritornello che mi ruotava in testa: “Cosa sarà che ti spinge a picchiare il tuo re, che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c'è.
Riavvolgiamo il nastro e ripartiamo da quello a cui ho assistito durante il Consiglio Comunale, insieme a molti cittadini, ovvero ad una delle peggiori rappresentazioni “dell’arte del governo”, con una politica gridata e fatta, perlopiù, dai cosiddetti “pompieriammaestrati, pronti a difendere tutto e il contrario di tutto; nulla si difende con così tanto calore quanto quelle idee a cui non si crede, recita un vecchio adagio.
Pochi gli attori protagonisti ma, soprattutto, mediocri gli argomenti trattati e tristemente gestiti, con qualche capogruppo, un tempo militante e candidato nel partito comunista italiano e oggi novello pompiere, che invece di spiegare il perché di un’assenza, tediava il folto pubblico con discorsi sulla crisi, sulle gallerie, sulla Corea del Nord, sulla realizzazione di un teatro che non genererebbe cultura ma solo spreco inutile di denaro.
Auguri vicesindaco-sindaco per questo anno che verrà e speriamo che il Prefetto accolga la delibera votata nell’assise Comunale, altrimenti potrebbe rimanere una “velleità” rimasta incompiuta!
Credo che quella andata in scena a Palazzo Sanseverino-Falcone sia stata la peggior seduta del Consiglio Comunale degli ultimi anni.


PUBBLICATO 21/04/2012

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