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Trematerra non scappo

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Gino Trematerra non parlava dall’inizio della vicenda dell’incompatibilità tra le cariche di sindaco ed europarlamentare.
Ha scelto di farlo, dopo aver annunciato e disatteso una conferenza stampa “verità”, nella forma che non prevede contradditorio.
Così ieri sera, nella centralissima Piazza Sprovieri, in un comizio di oltre un’ora e un quarto, con dietro quasi tutta la maggioranza e la sua giunta, si è tolto diversi sassolini dalle scarpe e ha dato vita a un lungo sfogo. La piazza era piena, anche perché tanta era la curiosità.
Innanzitutto la sua cronistoria della vicenda dell’incompatibilità. Trematerra afferma di essersi recato dal Prefetto di Cosenza “per rassegnare le dimissioni da sindaco, dopo aver formalizzato l’ingresso nel Parlamento Europeo”. La procedura si è bloccata perché “nel frattempo mi è stato notificato il ricorso in Corte d’Appello a Roma”. Sulla sentenza, “è stato un abuso, perché l’istituto dell’azione popolare non può essere riferito al Parlamento Europeo”.
Rivela anche il consiglio di Casini di dimettersi subito da sindaco e ricorda “che si ho detto che in caso di incompatibilità avrei scelto di fare il sindaco, ma sarebbe stato vergognoso nei confronti del Parlamento Italiano che mi ha votato all’unanimità”.
Sugli avversari politici locali è un fiume in piena. Si rivolge a ognuno dei quattro consiglieri del Pd e respinge al mittente l’epiteto di Schettino. Regala anche qualche retroscena, come, con riferimento al consigliere Pino Capalbo, da segretario del Pd, “voleva politicamente fare fuori il sindaco Elio Coschignano”.
Ne ha avuto pure per il consigliere di maggioranza Francesco Cilento, del PdL, accusato, nei suoi confronti, “di cattiveria nell’ultimo consiglio comunale” e “se vuole fare la quinta colonna, la fa male”. Difficile, a questo punto, pensare che Cilento rimanga in maggioranza.
Sulla nomina del comandante della Polizia Municipale, “avrei preferito una soluzione diversa, di rotazione, ma non è stato possibile e oggi siamo soddisfatti di come è andata”.
Anche sulla cultura “non siamo stati faziosi, perché, ad esempio, potevamo far fuori Peppino Cristofaro dalla presidenza della fondazione Padula e non lo abbiamo fatto, riconoscendo la sua onestà e capacità”.
Sul fronte amministrativo, ho trovato un Comune con dieci milioni di debiti e lo lascio con in cassa dieci milioni già pronti per essere spesi in opere pubbliche”.
Ha quindi sciorinato cifre che si riferiscono al periodo che va dall’epoca in cui era sindaco Nicola Tenuta”(2000) fino a oggi.
Sull’ospedale, “ho sempre detto che è la politica che deve agire, non le manifestazioni di piazza, che da nessuna parte in questi mesi hanno sortito effetti positivi per chi le ha organizzate”. Sul futuro del nosocomio, “sono fiducioso, perché per l’ospedale abbiamo buttato il sangue, abbiamo investito e oggi abbiamo una struttura che in tanti ci invidiano”.

PUBBLICATO 30/04/2012

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