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La legge (non) è uguale per tutti

Marcello Perri
Foto © Acri In Rete
In un periodo di profonda crisi come quello che sta attraversando l’Italia, a risentirne sono soprattutto le piccole amministrazioni. Una delle “armi” più utilizzate per racimolare qualche soldo, è la Polizia Municipale. Grazie alle multe inflitte ai cittadini, riescono ad assicurarsi un’entrata sicura per le proprie casse. Chi ne paga le conseguenze, insomma, è sempre il contribuente. È quello che è successo a me oggi.
Appena arrivato ad Acri, parcheggiata la macchina in una nota via del centro storico, Via Padula, mi ritrovo, nel giro di pochi minuti, una bella contravvenzione. Nei primi minuti a prevalere è la rabbia, ma riflettendo sull’accaduto, mi sono reso conto di essere in torto. Chi sbaglia paga, non c’è legge più giusta. Purtroppo però, non è sempre così e questa è una delle tristi realtà che da sempre prevale nella nostra comunità. Alla vista di altre macchine parcheggiate in modo scorretto e soprattutto alla presenza dell’ausiliario del traffico che, tranquillamente chiacchierava con il passante di turno, non ho potuto fare altro che avvicinarmi e chiedere spiegazioni. Poche le risposte datemi, lo stesso mi riferiva che non poteva fare multe e che i suoi colleghi erano in giro con la pattuglia a fare altre multe.
E mentre la famosa pattuglia passava proprio da via Padula, le macchine dei commercianti di zona, senza alcun biglietto di pagamento del parcheggio esposto rimanevano li e per giunta senza contravvenzione. Altre, parcheggiate in divieto di sosta e in parcheggi per disabili rimanevano immuni a qualsiasi provvedimento. Viene spontaneo chiedere: che ruolo e quali funzioni ha l’ausiliare del traffico?
Mi farebbe piacere sapere qual’è il criterio, dei vigili urbani, per infliggere una multa, in base a cosa decidono, perché il metodo applicato oggi, a mio parere, non è corretto per far rispettare la legge, altrimenti, i primi ad essere multati, dovrebbero essere i commercianti che lasciano per intere giornate l’auto ferma nel parcheggio difronte la propria attività e solo perché, come si dice ad Acri: “tant steaiu alla porta e la multa u ma feani”, non gli viene applicata la multa, mentre il mal capitato è costretto a pagare per aver lasciato, per qualche minuto, la macchina senza pagare il parcheggio.
Questo mio sfogo non vuole giustificare l’infrazione compiuta e quindi il voler sottrarmi al pagamento della stessa, ma vuole sottolineare i diversi modi di gestione e di trattamento.
Nelle città dove nessuno si conosce, dove non c’è l’amico dell’amico, esistono i biglietti di parcheggio giornaliero, magari potrebbe essere un’idea per far rispettare le regole a tutti e soprattutto in modo equo e questo, forse, potrebbe migliorare anche la civiltà di un paese.














PUBBLICATO 17/05/2012

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