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Degrado nel borgo antico Il comitato locale si ribella

Rosanna Caravetta
Foto © Acri In Rete
Dovrebbe essere il cuore pulsante di ogni città, quello scorcio di paesaggio in cui storia, cultura e ricordi si mescolano e dove ogni mattone, ogni pietra dovrebbe essere custodita gelosamente. Ma la vita dei centri storici ed in particolare del centro storico di Acri sembra essere molto distante da questi buoni propositi. E a pagarne il prezzo più alto il Rione di Padia, punto più alto e antico della città, così come la zona sottostante di Picitti.
Degrado, abbandono e disservizi le parole d'ordine per riassumere in sintesi lo stato in cui versano oggi . Questo almeno quanto denunciato ieri sera dal Comitato di quartiere ( Padia e Picitti ) per la difesa dei beni comuni che nella pizzetta Azzinari ha tenuto una prima riunione per fare il punto sulle problematiche della zona. Presenti tutti i residenti del quartiere ma anche le giovani coppie che nel centro storico hanno investito comprando casa nella prospettiva di un miglioramento della qualità della vita nella zona. Quindi, gli insegnanti della scuola materna ed elementare ubicata proprio a Padia, numerose mamme degli scolari e "il capo spirituale di quartiere", Don Giampiero. Per i membri del comitato "l'abbandono e l'indifferenza nei confronti del centro storico oggi non è più tollerabile".
E a tal proposito, ricordando il vasto incendio che ha colpito la zona qualche settimana fa, sono in molti a pensare che se le fiamme partite da Picitti, hanno raggiunto alcune abitazioni mettendole a rischio ciò sia stato dovuto al fatto che l'intero versante sottostante Padia non è mai stato ripulito da erbacce e quant'altro. Senza dimenticare, hanno ancora denunciato dal comitato, che in quella occasione ad intervenire, ancor prima dei soccorritori , gli uomini e le donne del quartiere uniti tra loro da un forte sentimento di solidarietà e che oggi chiedono al comune un contributo affinché si riescano a riparare i danni provocati dalle fiamme. Ma a preoccupare i residenti del rione è sopratutto l'ipotesi, a quanto pare sempre più probabile, che dal comune venga tagliato, per carenza di fondi, il servizio di scuolabus agli scolari del plesso.
Tutto ciò vorrebbe dire togliere ossigeno a quella scuola che senza il servizio di trasporto , vista la sua posizione distante dal centro, perderebbe automaticamente molti potenziali studenti con il rischio che non si formerebbero più le classi. "Tagliare sui trasporti quindi, tagliare alla scuola significherebbe far morire l'unico elemento di vita e cultura di questo quartiere". E non sono mancate le critiche agli amministratori che nonostante l'invito a partecipare alla riunione hanno tuttavia disertato. In particolare il riferimento è stato all'assessore alla cultura del comune, Anna Vigliaturo. Per molti, infatti, non serve aver investito nel centro storico, come hanno fatto un po' tutte le amministrazioni, ristrutturando palazzi, strade e mettendo targhe davanti ai monumenti se poi in quelle stesse zone vengono tagliati sevizi importanti per la sopravvivenza del centro stesso .
Un quartiere senza servizi è infatti destinato ad essere un quartiere morto.

Fonte: "Gazzetta del Sud" del 22-8-2012.

PUBBLICATO 23/08/2012

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