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Depurazione, l'Europa condanna Acri

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
C’è anche Acri tra i diciotto Comuni calabresi fuorilegge individuati dall’Europa, che ha condannato l’Italia per inadempienza alla Direttiva sul trattamento dei reflui.
Con solo il 49,9% della popolazione coperta da un servizio depurativo efficiente la Calabria è la penultima regione italiana
Come si apprende da Goletta Verde di Legambiente, “su 24 campioni esaminati, 19 sono quelli fuori legge, con 16 punti risultati “fortemente inquinati” ed altri tre “inquinati””. Dati “che rispecchiano l’emergenza depurativa regionale, portata alla ribalta dalla condanna della Commissione europea all’Italia per inadempienza sulla Direttiva n. 271 del 1991, relativa al trattamento dei reflui urbani che chiama in causa 18 comuni calabresi, dove quasi 530 mila abitanti sono vittime di una depurazione inadeguata o assente”.
Due i punti fuori legge nella provincia di Cosenza, “alti valori batteriologici rilevati nel comune di Paola, in località Lungomare di Paola, presso la foce del torrente San Francesco, dove dalle analisi si evince che le acque erano fortemente inquinate. Stessi risultati nel comune di Corigliano Calabro, in località Marina di Schiavonea, presso la foce del torrente Coriglianeto: anche qui le acque sono fortemente inquinate, inoltre nell’alveo del fiume, al momento del campionamento erano presenti numerosi rifiuti”.
Dalla sentenza della Corte di Giustizia europea, nell’ambito della procedura d’infrazione 2004/2034, riguardante gli agglomerati oltre i 15 mila abitanti che scaricano in aree non giudicate sensibili ai fini della direttiva 91/271/CE, emergono dati preoccupanti.
Acri si segnala per tre tipologie di condanna: agglomerati condannati dalla Corte di Giustizia europea perché sprovvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane, in conformità con l’articolo 3 della direttiva 91/271/CE; agglomerati condannati dalla Corte di Giustizia Europea perché le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie non sono sottoposte ad un trattamento conforme all’articolo 4, paragrafi 1 e 3, della direttiva 91/271; e agglomerati condannati dalla Corte di Giustizia Europea affinché la progettazione, la costruzione, la gestione e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane siano condotte in modo da garantire prestazioni sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali e affinché la progettazione degli impianti di trattamento tenga conto delle variazioni stagionali di carico.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 26-8-2012

PUBBLICATO 27/08/2012

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