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Palazzo Sanseverino negato ad una scrittrice

Rosanna Caravetta
Foto © Acri In Rete
Un debutto tra grandi emozioni e un successo inaspettato per la giovane Valentina Capalbo che venerdì sera ha presentato il suo libro “Acchiappa incubi (della buona notte)”, edito da C. Aletti. Una raccolta di favole scritte quando Valentina aveva appena 11, 12 anni e che oggi tutte insieme hanno dato vita ad un libro ricco di immaginazione, suspance e colpi di scena.
Ma sono soprattutto le parole di una giovane ragazza che si è affacciata alla scrittura perché, come ha spiegato la stessa Valentina citando Italo Calvino "Ogni tanto mi accorgo che la penna ha preso a correre sul foglio come da sola, e io a correrle dietro. È verso la verità che corriamo, la penna e io, la verità che aspetto sempre che mi venga incontro, dal fondo d’una pagina bianca, e che potrò raggiungere soltanto quando a colpi di penna sarò riuscito a seppellire tutte le accidie, le insoddisfazioni, l’astio che sono qui chiuso a scontare".
A tributarle affetto una platea numerosissima, con circa 200 copie vendute solo nella serata, ed un tavolo di relatori tra cui il professore Luigi Maria Lombardi Satriani, antropologo ordinario di Etnologia all’Università “La Sapienza” di Roma e la professoressa Franca Ferraro che hanno plauso con sincero affetto le capacità linguistiche ed espressive della giovane scrittrice.
Ma durante la serata non è mancata qualche polemica circa la location della presentazione. Una sala della Comunità Montana stracolma ma troppo stretta per contenere tutti ha fatto scattare la critica all’amministrazione comunale che pare non avrebbe concesso le sale del Palazzo Sanseverino per l’evento. Ad interrogarsi sul perché di tale scelta, oltre ai relatori, i genitori della giovane Valentina rimasti offesi da una tale scelta. La presentazione, così come avrebbe voluto anche il comitato promotore del Premio Arena, svoltosi giorno 26 e 27 ottobre , sarebbe dovuta avvenire venerdì, a termine della prima serata del premio nazionale, concedendo alla famiglia Capalbo solo di poter usufruire della sala consiliare del palazzo Falcone.
"Ma gli amministratori – spiegano arrabbiati i signori Capalbo - dimenticano forse che nell’atto di donazione della famiglia Falcone al comune del Palazzo Sanseverino c’è l’esplicita richiesta di utilizzare lo stesso solo ed esclusivamente per promozioni culturali. Nessuno autorizza nessuno a fare scelte personali e classificare eventi culturali di serie A e serie B come accaduto con noi".








Fonte: "Gazzetta del Sud" del 30-10-2012.

PUBBLICATO 31/10/2012

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