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Laboratorio di Progettazione Urbanistica e del Paesaggio ad Acri di allievi ingegneri, architetti e docenti dell'Università di Trento, Reggio Calabria, Cosenza

Pino Scaglione
Foto © Acri In Rete
Prende avvio domani, 4 dicembre, il Laboratorio di Progettazione dedicato ad Acri, scelto come esempio campione tra tante altre realtà meridionali, che tenterà di interpretare le contraddizioni dello sviluppo urbanistico di mezzo secolo, e riprogettare ampie parti del tessuto edilizio malato di precarietà, caos e povero di qualità.
Il Laboratorio è ospitato nel palazzo Sanseverino/Falcone, e sono circa 35 le persone, tra allievi e docenti che vi prendono parte e che provengono da diversi luoghi d'Italia.
Durante i quasi cinque giorni di lavoro -parte del quale è stato già impostato nel Corso universitario guidato dal prof. arch. Pino Scaglione, a Trento- saranno oggetto di osservazione tre parti del tessuto acrese: l'area intorno al nuovo, ed ancora incompleto, Teatro comunale, oggetto di una ipotesi di riqualificazione di tutto l'intorno; il quartiere di Edilizia Economico/Popolare che parte dalle attuali Poste fino al nuovo Itis; il fitto tessuto della Viola, in cui ricade anche l'ospedale, forse la parte più compromessa dal punto di vista energetico, edilizio, urbanistico perchè esito della prima espansione dagli anni sessanta in poi. Il Laboratorio si conclude l'8 dicembre, cercando di offrire spunti, nel dibattito finale e presentazione dei lavori, alla comunità locale, alla politica, alla società civile, e a quanti vorranno essere presenti all’evento conclusivo che si terrà nella sala consiliare sempre di palazzo Sanseverino.
Insieme al gruppo di allievi e docenti, discuteranno infatti, di riciclo urbano, di visioni di futuro, di cultura, paesaggio e nuove ecologie, ospiti provenienti da diverse parti della Calabria e dalla stessa città di Acri. Tra questi occorre segnalare la presenza di alcune figure interessanti, come Mauro Francesco Minervino, antropologo, scrittore, docente che nel suo recente libro “Statale 18”, (Galleria Fandango, 2010), descrive una Calabria sospesa tra sogno (di un paradiso scomparso) e realtà (di un paesaggio devastato). Francesco Bevilacqua, cultore sensibile della difesa del paesaggio in Calabria, narratore di luoghi e di “tesori” naturali di questa terra, scoperti grazie ad un infaticabile e costante lavoro di anni, ad una passione e dedizione alla ricerca di un equilibrio perduto e da ritrovare. Oscar Greco, giovane studioso dell’Unical, che nel suo volume “Lo sviluppo senza gioia. Eventi storici e mutamenti sociali nella Calabria contemporanea", (Rubbettino 2012), racconta di come una intera società, come quella calabrese, nel corso di circa cinquanta anni sia passata dalla “gioia” semplice e duratura di estrazione popolare e soprattutto contadina, alla precarietà di una finta e rabberciata modernità. Emilio Salvatore Leo, architetto e designer calabrese, erede di una straordinaria sapienza artigiana/industriale, quella dello storico Lanificio Leo di Soveria Mannelli, che grazie al talento, alla creatività, al design, ha trasformato prodotti della tradizione verso una originalità unica e autentica, oggi presenti nei mercati internazionali. Con queste personalità si confronteranno un nutrito e interessante gruppo di intellettuali, progettisti, amministratori, politici acresi.

PUBBLICATO 03/12/2012

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