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Colloquio con la direttrice del museo archeologico di Sibari Adele Bonfiglio

Foto © Acri In Rete
Piergiorgio Garofalo
Il Museo Archeologico della Sibaritide è, di fatto, una delle più importanti istituzioni culturali Calabresi. Custode delle preziose testimonianze delle antiche città di Sibaris, Thurii e Copia, si trova a pochi chilometri proprio dal parco archeologico che ne ospita i resti. Inoltre ad oggi la struttura custodisce tutto il materiale rinvenuto ad Acri, sul sito di “Colle Dogna” , in attesa che nella nostra città venga realizzato finalmente un museo archeologico.
L’attenzione che gli si rivolge però non sempre è quella adeguata, così come del resto non sempre la classe dirigente calabrese si è dimostrata attenta verso quella cultura così nobile che la nostra terra custodisce. Il rilancio turistico-culturale della Calabria passa soprattutto da realtà come quella di Sibari e non possiamo che augurarci che nel breve periodo possa assumere l’importanza che merita anche attraverso il rilancio al quale si sta lavorando attraverso numerosi interventi infrastrutturali e progettuali.
Anche di questo abbiamo parlato con Adele Bonofiglio, direttrice del museo:
Dottoressa Bonofiglio, ad Acri nell’importante contesto del Premio Nazionale Vincenzo Padula, si è svolta il 3 Novembre 2015 una giornata studio sull’archeologia Calabrese durante la quale lei è stata una degli autorevoli relatori. Quanto è importante per la storia Calabrese continuare a dare impulso agli studi e alle ricerche sugli Enotri e sui Bretti?
Sono le radici della nostra storia ed è proprio perché ancora non conosciamo tutte le risposte a riguardo che è molto importante continuare con la ricerca e gli scavi. L’esperienza dei Bretti è fondamentale non solo perché molte città calabresi hanno salde radici riconducibili a questo popolo ma soprattutto perché ha costituito un raccordo fondamentale tra il periodo magnogreco e quello romano. Il popolo calabrese ha origini complesse e la sua storia è stata sempre all’insegna dell’integrazione tra le popolazioni indigene e quelle coloniali. Questo è provato sin dalla struttura dei siti archeologici che dai materiali rinvenuti, i quali appunto mettono in luce forti interazioni stilistiche dovute a scambi non solo commerciali ma soprattutto culturali.
Qual è l’importanza per la Calabria di un sito come quello Sibarita? Come vanno le cose dopo il disastro del 2013?
Ad oggi stiamo lavorando duramente ad una importante riorganizzazione dovuta anche all’ultima riforma. Il sito Sibarita rappresenta uno dei siti più importanti del Mediterraneo dal punto di vista archeologico e inoltre vanta la non comune possibilità di avere nel medesimo luogo sia il museo che l’area archeologica e dunque deve necessariamente avere un posto di prestigio nella cultura calabrese. I molto cantieri aperti daranno nuove strutture ricettive, sale multimediali e altri nuovi servizi che ci consentiranno di avvicinare sempre di più gli standard museali europei. Inoltre stiamo migliorando i rapporti e le collaborazioni con gli altri siti magnogreci di Basilicata e Puglia attraverso una serie di importanti progetti.
Veniamo al dibattito nazionale sulla cultura. Il presidente del consiglio dice che l’Italia è una super potenza culturale. Al contempo però l’ex ministro Massimo Bray ora alla Treccani sostiene che nello Sblocca Italia vi sono molti pericoli per la tutela del patrimonio culturale a partire dalla norma sul silenzio-assenso imposto al Mibact sulle alienazioni dei beni pubblici da parte dello Stato, mentre il ministro Franceschini ha dovuto fare peripezie per evitare ulteriori tagli alla cultura nella legge di stabilità. In tutto ciò l’Italia rimane il paese con il maggiore numero di beni sotto tutela Unesco e quello che però investe meno in cultura e ricerca. Cosa ne pensa?
Purtroppo ad oggi noi paghiamo la mancanza di risorse ed anche l’ultima riforma, che comunque a mio avviso resta valida, è stata avara da questo punto di vista. Nonostante ciò ritengo di apprezzare tutti i tentativi che vengono fatti per la promozione e lo sviluppo della cultura così come impone l’articolo 9 della nostra Costituzione. Il Ministero e le soprintendenze stanno lavorando a forti cambiamenti e noi tutti ci auguriamo che possano risultare determinanti per migliorare lo stato delle cose.
A confermare un trend tutt’altro che positivo sulla gestione dei beni culturali, le cronache periodicamente ci raccontano fatti gravissimi. I crolli di Pompei, l’alluvione di Sibari, l’insensata colata di cemento di Capo Colonna sono solo le più gravi di una lunga serie. Non sarebbe ora di ripensare l’assetto delle competenze e responsabilità specie delle Soprintendenze avviando una gestione più aperta e condivisa del patrimonio verso la società, le fondazioni culturali, le associazioni, le Università?
Sono d’accordo ed è per questo che grande importanza a mio avviso hanno le molte forme di collaborazione che già sono in essere sulla base dei diversi protocolli d’intesa siglati recentemente. Importante da questo punto di vista saranno anche i momenti di alternanza scuola-lavoro per i quali come Museo abbiamo messo a disposizione le nostre strutture a tutti quegli studenti che volessero aderire agli appositi bandi regionali.
A Poggibonsi in provincia di Siena, su iniziativa del prof. Marco valenti, docente di archeologia cristiana presso l’ateneo Senese, è stato riscostruito sulla base delle vicine evidenze archeologiche un villaggio medievale di epoca Carolingia. Come giudica questo tipo di iniziative?
Sono molto favorevole a queste idee, e senza voler arrivare fino a Poggibonsi possiamo parlare  di una iniziativa molto simile condotta a Trebisacce su impulso dei ricercatori dell’Università “La Sapienza” di Roma, i quali hanno ricostruito sulla base delle evidenze una capanna e altri elementi di quello che probabilmente era un insediamento antico. “Esperimenti” di questo tipo non possono che giovare alla fruizione e alla divulgazione della cultura, delle nostre nobili radici. E’ fondamentale trovare nuove sinergie e nuovi spunti di riflessione anche attraverso iniziative di questo tipo.

PUBBLICATO 11/04/2016





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