OPINIONE Letto 8062  |    Stampa articolo

Siamo davvero così fessi!

Foto © Acri In Rete
Franco Bifano
Se vi chiedessero, guardando questa foto: secondo voi chi fa tagli come questi? Probabilmente, rispondereste la Forestale (CFS).
Fino a qualche giorno fa, lo confesso, avrei risposto anche io cosi, nonostante tagli del genere appaiano eccessivi, disordinati, quasi senza logica. Magari avrei pensato ingenuamente: ma se è la Forestale che taglia, saranno interventi programmati, certamente funzionali a mantenere in buona salute il bosco.
Ma quando mai!! Siamo in Italia, per giunta nell’Italia meridionale dove spesso quello che appare non coincide necessariamente con quello che poi deve essere.
Ci credereste? Il Corpo Forestale dello Stato non c’entra nulla con il taglio dei boschi. Sarà pure difficile da credere ma, ahimè è così. E’ opera invece di società private.
Una di queste è la BioforEnergy (che nome creativo!) che effettua i tagli, lo fa per procurare legna alle centrali a biomasse presenti nella nostra Regione. 
Sono tre, potrebbero sembrare poche, ma tra queste abbiamo quella più grande d’Europa (che culo!). Si trova a Strongoli.
Per alimentarla insieme alle altre due occorre, 1 milione di tonnellate di legno, è quanto sostiene in uno studio l’Enea. La Calabria ne può produrre, per fini energetici, solo 150.000. Allora? Come si spiega questo divario? Come colmano la differenze? Bel mistero non c’è che dire! 
Intanto, vediamo come funziona il “sistema” . La società interessata fa domanda alla Regione per ottenere l’abbattimento di un tot numero di alberi.
Quindi, l’Assessorato competente (non più il Corpo Forestale dello Stato, come il buon senso vorrebbe) concederà l’autorizzazione secondo un fantomatico “piano di tagli autorizzato” . Se i Comuni Calabresi, come prevede la Legge, fossero dotati di un piano tagli potrebbero dire la loro e far rispettare le prerogative del territorio. 
Peccato però che solo 70 su 409 si sono dotati di questo strumento. Il nostro Comune, il cui un vasto territorio confina con il Parco Nazionale della Sila, certamente lo avrà già fatto da molti anni...
Invece no, non siamo tra i 70 fortunati. Saremmo stati, forse, troppo all’avanguardia. Si continuerà, dunque, ancora a procedere con il metodo cosiddetto a “cappella”.
Questo singolare modo di andare avanti, a cappella appunto, ha però dei risvolti non proprio positivi. Succede infatti che, su una autorizzazione per un taglio di 296 alberi, si possa poi riscontrare a seguito di verifica, della Guardia Forestale di Cosenza, un taglio effettivo di ben 1.900 piante. Alla faccia dei numeri! Vuoi vedere che ci diranno che erano boscaioli che non sapevano contare.
Ma si, in fondo uno che taglia alberi deve essere bravo con la motosega non certo con la matematica. 
Chi pagherà per questo “furto”? Nessuno. Anzi no, pagheremo noi calabresi “derubati” di una delle principali risorse naturali. Cosa si può fare? Intanto informarsi e reagire non sarebbe male, se non altro per non dare l’idea di essere indifferenti. Gli indifferenti sono, quasi sempre, considerati parenti stretti dei fessi. 
Poi non dite che non vi avevo avvisato!


P.S. Questo è un articolo scritto nel mese di novembre del 2013, oggi, a quanto pare, è tornato di grande attualità.

PUBBLICATO 02/05/2017