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“Vincenzo Julia” di Franca Azzarelli

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
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Ho appena finito di leggere l’ultimo lavoro di Franca Azzarelli, “Vincenzo Julia”, Ediz. Aracne, Roma 2017, e devo proprio dire che ne sono rimasto particolarmente colpito non solo per l’appassionata ricostruzione del personaggio, che, diciamo così, ‘appartiene’ indubbiamente all’autrice, ma sopra tutto per la nutrita raccolta di notizie e dati, ricercati con certosina pazienza. Il testo infatti ricostruisce in modo magistrale l’ambiente, le circostanze e gli innumerevoli aspetti storici con cui si è imbattuto Vincenzo Julia nel periodo risorgimentale e post-risorgimentale in cui è vissuto.
Sfilano così nel lavoro di Azzarelli, come in un salotto di famiglia, figure quali Mazzini, De Sanctis, Battista Falcone, Gioberti, Cattaneo, G. Vincenzo Gravina, Francesco Fiorentino, Francesco Acri, Benetto Croce, nonché Vincenzo Padula, che rappresentano i padri della nostra storia non solo nazionale ma anche locale.
Sì, la interessante ricostruzione del personaggio Julia, nell’opera di Azzarelli, è un tutt’uno con la nascita dello Stato unitario nazionale, e guida il lettore con esemplare chiarezza attraverso i complicati meandri degli ideali risorgimentali di volta in volta attuati o traditi sullo schiacchiere nazionale e locale.
Il tutto è portato avanti con un utilizzo assai intelligente e appassionato di fonti originali e per lo più inedite, che conferiscono all’impresa un tocco davvero pregevole.
Si pensi al capitolo dedicato al rapporto di Julia con il Padula; in esso sono offerti al lettore immagini e sentimenti toccanti dei due protagonisti, cosa del tutto desueta nei soliti cliché cui il lettore è abituato nelle varie storie della letteratura.
Nell’opera di Azzarelli, invece, questi medesimi aspetti diventano valori essenziali che danno al lettore la ratio profonda di ciò che sono stati e hanno rappresentato, per la cultura del tempo, il Padula e il Julia con le loro opere; l’uno e l’altro vengono offerti al lettore in tutta la loro umanità e grandezza d’animo, denudate da qualsivoglia velo e finzione: il Julia come raffinato e dolente letterato, che vibra di amore e “sovrumani silenzi” dolorosi per le piaghe della Patria e della Società; il Padula come gigante del pensiero critico e irrefrenabile spirito inquieto, che denunzia, apertis verbis, i mali del tempo e i diretti responsabili, pagando pesantemente, così, di persona le sue impopolari scelte.
Insomma, un lavoro, questo di Azzarelli, che vale la pena di non perdere, specie da parte dei giovani, cui, credo giustamente, è pedagogicamente diretto.

PUBBLICATO 28/10/2017 | © Riproduzione Riservata





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