Riflessioni ai tempi del Covid-19
Emma Serpa
Questi giorni di paura, angoscia, solitudine dovrebbero farci riflettere sul fatto che è bastato un virus a mettere un Paese in ginocchio.
Abbiamo cambiato le nostre abitudini e tutta quella frenesia associata a frasi del tipo: “non ho tempo”, “fissiamo un appuntamento per un caffè” sono svanite senza SE’ senza MA. La voglia di arrivare a qualsiasi costo, l'avidità, la cattiveria che erano la priorità per molti, si sono messi da parte, anche se ci sono ancora le “zanzare velenose” che non se ne fanno una ragione. A queste persone dico, PECCATO! Vi siete persi una grande occasione di vita, vi siete persi la possibilità di cambiare, di dare invece che ricevere, di amare invece che provare rancore, di ammirare invece che giudicare, di stupire invece di ambire, di pregare invece che insultare. Oggi giorno si desidera un abbraccio, una carezza, un bacio, una semplice stretta di mano, cose prima del codiv-19, qualcuno considerava gesti invadenti. Un virus democratico, che non fa distinzione di razza o ceto sociale, arriva e basta e non lo si può comprare con i soldi. Superato questo periodo, apprezzeremo molte più cose, metteremo da parte i cellulari e probabilmente ricominceremo a riunirci al “muretto” come facevamo da adolescenti, andremo al ristorante e chiacchiereremo invece di farci i selfie pronti da pubblicare sui social aspettando i tanto ambiti “like”. Rivaluteremo il contesto familiare, la passeggiata, i profumi della natura consapevoli del fatto che basta poco a mettere rischio tutto. Ne usciremo migliorati e racconteremo ai posteri che “i tempi del coronavirus sono stati duri ma che ci hanno aiutato a cambiare uno stile di vita sballato e senza valori” |
PUBBLICATO 25/03/2020 | © Riproduzione Riservata
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