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Statua contro le guerre, questa è la verità dei fatti

Foto © Acri In Rete
Jonny Rosa
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Scrivo in merito alla domanda conclusiva del post sulla vostra pagina facebook del 25 maggio 2020 riguardo la Statua contro le guerre, realizzata da Gino Scarsi e donata alla città di Acri.
Cosa si aspetta per riportarla in città?”.
Credo che sia necessario e doveroso rispondere a tale quesito con una cronistoria completa e soprattutto veritiera in merito alla vicenda “Monumento ai caduti e dispersi delle ultime due guerre” visto che fin’ora si è parlato sommariamente della Statua solo per fare polemica di indignazione o elogiare qualche nome noto, alterando la realtà di fatti.
Chi fa informazione ha una grande responsabilità etica poiché pone un determinato argomento all’attenzione e al giudizio di tutti, dunque l’informazione corretta è un impegno verso il prossimo ed è doveroso informarsi e conoscere bene ciò di cui si parla ed esporre la realtà dei fatti senza altre finalità.
La realtà dei fatti in sintesi (da chi l’ha vissuta in prima persona).
Il comune di Acri festeggia l’arrivo e la donazione della statua nel 1984 e viene collocata accanto al liceo classico, nel corso degli anni la statua si deteriora a causa degli agenti atmosferici e rimane in uno stato di abbandono lasciandola ad arrugginire.
Nel 2006 un giovane scultore acrese, con la passione per la lavorazione dei metalli, con tanto entusiasmo prende l'iniziativa di contattare l’autore della statua Gino Scarsi e sottoporre al comune il progetto per il restauro della statua la proposta per una nuova collocazione adeguata alla sua importanza ed al messaggio che porta.
Di questa iniziativa scrivono diversi giornali tra cui ‘Azione nonviolenta’ con un articolo del giugno 2006 (clicca qui per leggere).
Da lì in avanti per un anno si susseguono una serie di incontri con il comune per l’approvazione di un preventivo di restauro a cura di Jonny Rosa con l’autorizzazione ed il benestare di Gino Scarsi (tutti i documenti citati sono stati protocollati e consultabili).
Nell’estate 2007 il restauro della statua è completo, con il solo impegno economico del giovane restauratore, inclusi gli spostamenti del monumento di 25 quintali.
Da questo momento iniziano una serie di contatti con l'amministrazione comunale per il ritiro della Statua e la sua nuova collocazione ma con molta sorpresa il comune risulterà totalmente schivo e assolutamente lontano da ogni tipo di collaborazione inclusa la remunerazione stabilita. La Statua ''scomoda" è, comunque, ritirata dal comune e finisce in un deposito di rifiuti.
Nel corso degli anni la Statua rimane abbandonata nella discarica, mentre solo grazie all’intervento di un assessore, dopo 4 anni il giovane restauratore riesce ad ottenere un rimborso spese che, anche se simbolico, ha un forte significato in quanto per una volta in questa vicenda si trova sul percorso una persona realmente interessata.
Il restauratore e l'autore della Statua rimangono costantemente in contatto con aggiornamenti, lettere, comunicazioni, articoli sul valore morale della Statua e del significato attualissimo che dovrebbe avere per i giovani.
Siamo nel 2016 e dopo varie lettere senza risposta, Gino Scarsi prende di petto la situazione e si reca ad Acri per incontrare un sindaco molto impegnato, per riprendersi la statua e portarla a Canale in Piemonte per farne il definitivo restauro a zincatura, strappando un accordo di ricollocazione in un luogo adeguato e degno nel centro della città di Acri.
Il 16 giugno 2018 Gino Scarsi, con una lettera aperta, contatta il comune di Acri per coordinarne la collocazione, alla fine del 2018 il restauro è infatti terminato ed il monumento viene portato in piazza a Canale per una manifestazione-inaugurazione a cui partecipa anche un assessore del comune di Acri.
Maggio 2020, continua la ricerca di contatti da parte dell’autore per il ritiro della Statua, da Acri l’ultima risposta risale alla fine del 2019 e poi tutto tace, forse perché mancano i fondi per il ritiro, forse perché continua il disinteresse.
Il monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre racconta semplicemente la verità Storica: il fascismo, il capitalismo ed il militarismo furono gli artefici delle guerre mondiali ed i popoli d’Europa furono le vittime di quel massacro.
Per anni si è voluto raccontare di eroismi e di amor patrio innalzando altari al povero milite ignoto, ma la realtà della guerra era ben diversa: lutti, fame, miseria, distruzioni, intere generazioni falcidiate, una guerra che non fa eroi, ma solo vittime.
Il messaggio di questo monumento itinerante per l’Italia, era il più vero: per onorare davvero tutti i caduti delle guerre passate bisogna impegnarsi oggi contro le guerre di domani e contrastare gli strumenti che le renderebbero possibili: armi, eserciti e spese militari.
Nella sua storia questo Monumento ‘scomodo’ è stato osteggiato in ogni modo: denunciato, rovesciato, imbrattato, sequestrato, vilipeso ... ed anche quando sembrava abbandonato, dimenticato, scartato, c’è sempre stato qualcuno che ha insistito per riportarlo in vita ed al suo splendore, nella sua nuda e cruda verità.
E questa è una vittoria di tutti. Il giovane restauratore acrese con tanto entusiasmo sopracitato sono io, Jonny Rosa.
Mi ritrovo a scrivere oggi da uomo più consapevole questi dettagli vissuti in prima persona su come realmente è andata la storia della statua da 14 anni a questa parte.
Volutamente non ho fatto nomi e cognomi per evitare polemiche politiche inutili.
La mia intenzione infatti, oggi come ieri, è quella di riuscire a vedere il monumento restaurato collocato finalmente nel centro di Acri per condividere il messaggio che la statua trasmette, affinchè l’opera appartenga in modo consapevole a tutti.
Ringrazio il ‘padre’ dell’opera Gino Scarsi e tutti coloro che hanno manifestato il loro interesse e supporto alla causa della ricollocazione.
Per sapere di più sulla storia del monumento:
- scarsibernardo.it
- doppiozero.com
- pietredellamemoria.it
- serenoregis.org

PUBBLICATO 03/06/2020 | © Riproduzione Riservata





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