Per Paolo...
Francesco Siciliano
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Si rimane increduli di fronte alla morte, al solo pensare che quel momento toglie alla persona che ci lascia tutte quelle manifestazioni di sé che la rendono unica, che ci permettono di riconoscerla per come sorride, parla, cammina e si comporta.
In queste ore un’intera comunità sente di aver perso non un conoscente, ma una persona cara, perché Paolo era rispettato e amato da tutti, per il modo colorito e vivace di parlare, per la gestualità che accompagnava le sue esternazioni, ma soprattutto per il suo agire sociale, perché era capace di comprendere quale bisogno ci fosse dietro una richiesta, quanta solitudine si può nascondere dentro il silenzio di chi non ha niente, nemmeno le risorse economiche per curarsi. Sono orgoglioso di aver avuto un cugino, un amico, come esempio da seguire, perché sono convinto che se ognuno di noi esercitasse il proprio ruolo sociale così come Paolo ha esercitato il suo, si realizzerebbe quel desiderio di giustizia, di distribuzione equa della ricchezza che gran parte dell’umanità storicamente reclama. Erano i nostri anni dell’adolescenza, quelli in cui Paolo sviluppava ad alta voce la sua utopia di mondo da realizzare, di cui io, più piccolo di qualche anno, a volte beneficiavo. Purtroppo sono pochi quelli che agiscono come lui, altrimenti non si potrebbe spiegare questo triste mondo distopico che la nostra generazione ha prodotto, in tutti gli ambiti ma particolarmente in quello suo, quello sanitario, che nella nostra regione marginalizza gli esempi positivi per lasciare campo aperto al saccheggio che ben conosciamo. Non resta che seguire l’esempio, come unico modo possibile per onorare il suo passaggio su questa terra e per dare dignità al tempo che rimane a noi che possiamo ancora agire. |
PUBBLICATO 17/01/2021 | © Riproduzione Riservata
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