Uno sguardo alle grandi tragedie


Padre Leonardo Petrone

Dopo quest’anno, disastroso e luttuoso, tornerà a splendere il Sole ed affacciarsi la Luna? Torneremo a sognare prati fioriti e voli di farfalle?
Non sono in grado di rispondere con “certamente!”, teniamo stretta la speranza. Lo sguardo parte dal primo disastro e si ferma all’all’attuale, apro la Bibbia al primo libro Gn 6,5 “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande – cancellerò dalla Terra l’uomo che ho creato … Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Il Diluvio fu disastro diverso ma ebbe le sue vittime. Durò 40 giorni, duro disastro “per bestiame e uomini …. Ma non maledirò il suolo a causa dell’uomo”. Il miglioramento dell’uomo è ancora sulla strada. Il Signore è tornato da Noè nei nostri tempi: “Noè, costruisci una nuova arca, più grandicella, tornerò fra 3 mesi e ti dirò..”. Torna e, non trova arca alcuna, trova Noè mezzo ubriaco, sul tavolinetto: fiasco mezzo vuoto e carte per un solitario. “Noè, hembè , mancu nu chiuvu?”. “Signùri, i tiempi sù camgiati, ho avuto difficoltà: u Comune vulia lu progetto, ma io nun canusciu mancu quilla cosa che chiamano pinna, inoltre Lega Ambiente m’ à minacciatu, “nun tagliari l’arburi rimasti” . E’ arrivata anche “Protezione Animali”, quella che protegge i cani, ha ripetuto i minacci: “non accarizzari gli animali”. E poi…vidi, Signù, neppure i figli mia trasinu in arca, sunu abituati alla Nave da Crucera, io mo signu pensionatu, Signore, fammi vivere “accussì”. Noè è morto a 950 anni, sazio di anni e di giorni. Diluvi di diversi generi e diverse portate continuano lungo i secoli: piovono sulle spalle degli uomini. I virus mietono a ritmo accelerato, per un totale meglio: aspettare! Intanto apriamo gli occhi per lo sguardo globale: prima di fermarci al nostro capolinea, osserviamo le pesti che hanno fatto versare lacrime in abbondanza. Saltando le meno conosciute, comprese le piaghe d’Egitto, partiamo da quella descritta da Omero nell’Iliade. Premettiamo tre nomi: Deber in ebraico – Loimos ad Atene – Pestis a Roma. In campo Acheo la peste scoppiò a causa di Apollo che favorì l’invasione dei topi “i corpi bruciavano in continuazione lungo la spiaggia”. Nel 430 a C. Atene fu invasa dall’epidemia, durò 4 anni e Tucidide ci informa dei danni e delle cure. A Roma toccò un anno di peste ai tempi di Nerone 65 – 66 d.C. Tacito ci informa che sulla stessa pira bruciavano più corpi. Nel 541 fu il turno di Costantinopoli, la peste si diffuse in tutta Europa. Procopio di Cesarea c’informa di “peste inaspettata, appariva il boubon e si moriva in giornata. Tra il 1000 – 1200 anche la Lebbra ebbe le sue vittime in Europa. Peste famosa è quella del 1347, durò 3 anni, ai sopravvissuti lasciò il Decamerone, ai restanti rapì il 40% della popolazione. Nel 1600 è il turno di Milano, nei “Promessi Sposi” trovate che Lucia la superò con difficoltà, non così Don Rodrigo; nel 1700 quella di Marsiglia, nel 1800 quella di Hong Kong. Ai nostri tempi: Aids con 75 milioni di vittime, poi Ebola e Sars. E’ tempo di passare a Covid 19 dei nostri giorni, ha superato gli steccati, ha tolto i confini, ha invaso le nazioni = Pandemia globale: letale e contagiosa. Il tempo marcia verso la soluzione: La grande speranza ? che nessuno altro virus contagioso e letale fissi residenza tra noi. L’epidemia è ancora in corso, per le conclusioni, non andiamo di fretta. Ho visto le lacrime di una ragazza, perchè la madre ha cambiato residenza. Quelle lacrime mi hanno fatto capire che non nascono negli occhi, gli occhi le mostrano e le lasciano scorrere. Nascono nel cuore e non sono un “addio”, sono un “arrivederci”. Riunendo tutte le lacrime di Covid 19, forse si potrebbe bonificare il Kalaari. Dimenticavo che le lacrime sono salate, non buone a rendere produttivo il terreno. Resta sospeso il problema “Necrologio”, ci vuole tempo per raccogliere i dati dei cinque Continenti, e forse saranno volumi voluminosi. |
PUBBLICATO 02/02/2021 | © Riproduzione Riservata

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