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L’assedio

Foto © Acri In Rete
Vincenzo Rizzuto
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Sono giorni ormai che il paese, la Regione e l’Italia intera è sotto assedio, un assedio fatto di assalti alla diligenza, portati avanti da scalmanati che minacciano case e famiglie di sindaci favorevoli alla vaccinazione obbligatoria e al green pass; di filosofi della filosofia della miseria, che si improvvisano maghi negazionisti di quel poco di scienza di cui l’uomo dispone.
Sono tempi, questi, in cui si assiste impotenti al ritorno di una vera e propria strategia di un nuovo terrorismo, in cui la presenza della pandemia fa da miccia che fa esplodere, fra l’altro, pericolosi attacchi cibernetici in grado di mettere in ginocchio interi settori delle istituzioni, come è avvenuto per la sanità nella Regione Lazio.
Questa nuova forma di terrorismo, approfittando anche della calura estiva, ha sferrato un altro attacco sistematico all’intero territorio nazionale con incendi di proporzioni bibliche, che stanno distruggendo ovunque ogni forma di vita: flora, fauna ed ogni altra cosa.
Una distruzione che certamente non è opera della natura, viste le modalità con cui gli eventi si susseguono: i fuochi infatti si elevano al cielo contemporaneamente in vari punti e con un ordine che non può essere in alcun modo dovuto al caso.
Sono convinto che i roghi sono dovuti invece non solo al piromane solitario, contro cui tutti invocano la maledizione e il cappio al collo, ma siano dovuti adesso ad un’opera ben organizzata e predisposta a tavolino con lo scopo di diffondere il panico fra la gente: sono forse nuove strategie del terrore, un po’ come quelle delle bombe dei decenni scorsi. Mi vorrei proprio sbagliare e dire a me stesso: ‘ma sei proprio rincretinito!’; e mi auguro proprio di potere esercitare in tal senso la necessaria autoironia e potere constatare poi che tutto sta accadendo un po’ come sempre, ma è difficile che sia così.
Sono tempi, insomma, in cui la democrazia è nuovamente in pericolo, e per questo è necessario stare in allerta e usare ogni arma non solo contro il fuoco, gli attacchi informatici, i falsi profeti e i capi popolo che propagandano ‘ordine e disciplina’ fra i più deboli e gli ultimi della terra per potere meglio strumentalizzarli come sempre è avvenuto.
A chi poi dovesse chiamarci catastrofisti, amichevolmente, facciamo notare che questo clima di imbarbarimento non è soltanto roba nostra, ma minaccia di diffondersi su tutta l’area europea e fuori di essa con rigurgiti neofascisti certamente non rassicuranti. Da qui la necessità per il pensiero progressista di elaborare strategie di liberazione, che siano fondate sui grandi valori di sempre: rispetto dell’ambiente naturale, rispetto della vita di ogni essere, superamento dei nazionalismi, diffusione di un’economia solidale e rispettosa della dignità dell’uomo, formazione di una società in cui la solidarietà sia alla base del suo essere non discriminatorio; il tutto nella consapevolezza che l’uomo di ogni latitudine non può sopravvivere nell’egoismo e nella sopraffazione degli altri, pena la distruzione di ogni civiltà.

L’incendio
Lingue di fuoco vorace
si elevano al cielo,
divorando impietosamente
ogni cosa nel loro cammino.

L’afa e la calura estrema
tolgono il respiro ad ogni vita,
e dove la vampa avanza
ogni cosa arretra e inaridisce.

Una coltre densa di fumo,
dall’odore acre,
accompagna le fiamme scatenate,
e l’uomo, che assiste
al rogo immane,
ascolta il crepitio del fuoco
e piange inorridito inerme.

La fiamma ha divorato tutto:
la pecora sorpresa nella stalla,
il gallo in fretta abbandonato
nel cortile,
la lucertola colta anch’essa di sorpresa,
mentre sull’albero di gelso
gustava le more succulente e dolci.

Anche il vecchio,
da solo sorpreso nel suo letto,
stordito dalla coltre nera,
è passato in silenzio nel gran tutto
diventando cenere fra la ceneri del suo gatto.

PUBBLICATO 06/08/2021 | © Riproduzione Riservata





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