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Stima di sé

Foto © Acri In Rete
Giuseppe Gencarelli
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La società e la cultura influenzano molti aspetti della vita di una persona, tra questi anche la stima che ognuno possiede di sé stesso.
Per esempio nella cultura Giapponese, il modello educativo è incentrato sull’obbedienza, sul rispetto delle regole, sulla modestia, e sui comportamenti socialmente utili, sopprimendo quegli atteggiamenti individualistici.
Se chiedessimo ad un genitore Giapponese di darci tre aggettivi per descrive il figlio, direbbe “Buono, Gentile, Affidabile”. Di contro il modello americano si basa sullo sviluppo individuale del bambino, i quali vengono spinti a primeggiare sugli altri.
Gli aggettivi dei genitori Americani sarebbero “Bravo, Intelligente, Capace”.
Quello che una persona si sente dire in tenera età influenza molto la costruzione dell’immagine di sé, questo però risulta distorto in quanto il ragazzo non possiede il potere di controllare l’ambiente che lo circonda e non ha la cognizione per affrontare i giudizi negativi.
Tutto ciò porta ad una scarsa consapevolezza di sé, cioè il livello con cui la persona comprende e percepisce quelle situazioni che influenzano la propria vita.
Si può dedurre quindi che la stima di sé è condizionata da percezioni, spesso inesatte, acquisite nel corso della gioventù.
Rendere consapevole questo meccanismo è l’inizio di un percorso di cambiamento che porta alla valutazione di se stessi e delle situazioni in modo più chiaro e razionale, che potrebbe portare ad uno stile di comportamento definito “Assertivo” il quale si basa sui diritti umani fondamentali di essere trattati con rispetto, di essere sé stessi e di credere nei propri valori, di affermare i nostri diritti senza violare quelli degli altri.
Il modo in cui la gente giudica sé e gli altri influenza il giudizio di valore, il tipo di atteggiamento mentale, le aspettative sia verso sé stessi che verso gli altri e di conseguenza i comportamenti messi in atto.
Eric Berne individuò quattro giudizi: “Io sono OK-tu sei OK”; “Io sono OK-tu non sei OK”; “Io non sono OK-tu sei OK”; “Io non sono OK-tu non sei OK”.
Questi giudizi influenzano la mentalità e il comportamento delle persone. Così chi ha scarsa stima di sé (Io non sono OK-tu sei OK) molto spesso opera in modo passivo; chi ne ha troppa (Io sono OK-tu non sei OK) agirà secondo lo stile aggressivo; chi non stima né sé né gli altri (Io non sono OK-tu non sei OK) alternerà in continuazione aggressività e passività.
Chi invece rispetta sia sé stesso che gli altri (Io sono OK-tu sei OK) avrà uno stile di comportamento assertivo così da possedere rapporti interpersonali più chiari, più efficaci e più leali.

PUBBLICATO 28/10/2021 | © Riproduzione Riservata



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