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Bla, bla, bla. Tutto fumo e niente arrosto

Foto © Acri In Rete
Alberto De Luca
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Draghi si loda da solo e sulla riduzione delle tasse mette nel piatto 8 miliardi di euro ma nessun’altra indicazione. Va bene l’auto-applauso ma non per gli italiani che si aspettavano di più. Per Draghi la manovra finanziaria approvata è espansiva e stimola la crescita anche se è tutto da definire. Per il caro bollette viene considerata una riduzione della pressione fiscale di 2 miliardi che anche se servirà ad abbassare l’Iva non compenserà l’aumento complessivo e il salasso di luce e gas. Eppure, il governo continua a sostenere l’abbassamento delle tasse come a dire che tanto il cittadino medio non capisce niente di fisco e non si accorgerà di nulla se alla fine pagherà di più e sarà più povero di prima. Anche dal punto di vista delle pensioni dal 2023 non cambierà nulla, se non il fatto di rientrare nei limiti aggiornati in peggio della contestatissima legge Fornero. Il governo mette toppe ovunque e non ci vuole uno studioso di economia per capirlo. Draghi è uno degli uomini più potenti del mondo e parlare della sua manovra economica con le parole usate in questo scritto produce rigetto, ma è a lui che gli italiani hanno dato fiducia in un momento complesso e delicato come quello presente. Appunto per questo dal governo ci si sarebbe atteso un profilo meno promozionale delle misure in finanziaria e soprattutto maggiori risposte per i cittadini italiani che non arrivano alla fine del mese. I rincari non riguardano solamente le bollette ma anche i carburanti. Nel corso del mese di ottobre il costo della benzina e del gasolio è schizzato verso l’alto. L’aumento del prezzo della benzina non va a influire solamente sul costo del rifornimento al distributore, ma anche su quello di molti altri prodotti, come ad esempio quelli del supermercato. A tal proposito, è bene ricordare che in Italia più del 60% del trasporto merci avviene ancora su strada e questo la dice lunga sul rincaro del prezzo delle merci. Per la cronaca, la colpa è della ripresa economica dopo i lockdown e del mancato accordo tra i paesi dell’OPEC sull’andamento della produzione di greggio, ma sul prezzo della benzina, e sulle tasche degli italiani, gravano anche l’alta percentuale di Iva e accise, che vanno a influire per circa il 60% sul costo finale dei carburanti. Il salasso sulla spesa è inevitabile. Senza antitrust sui prezzi anche per un uomo come Draghi pieno di titoli e meriti sarà molto difficile aumentare i consumi. A meno che non si stia già pensando che la ripartenza è possibile grazie ai conti correnti degli italiani che in pandemia hanno raddoppiato il loro cumulo. Dunque, che sarà un autunno caldo sul fronte dei prezzi è chiaro a tutti “tranne che al governo”. La stangata sulla spesa lo conferma e anche l’aumento della tariffa sulla revisione dei veicoli che passa da 45 a 54,95 euro dal primo di novembre e arriverà a una spesa complessiva di 79,02 euro se effettuata in un centro revisioni autorizzato. “Cresceremo più del 6%” e per ora la manovra finanziaria risparmia il reddito di Conte con la differenza che la sospensione arriva dopo il primo rifiuto. Oggi più che mai, il futuro delle politiche contro la povertà nel nostro paese è legato al buon funzionamento del reddito di cittadinanza e in direzione di scelte fiscali più coraggiose per tutti che al momento non ci sono.

PUBBLICATO 31/10/2021 | © Riproduzione Riservata





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