Morsicatori


Franco Bifano

Sono convinto a volte che, in merito a quanto leggo quotidianamente su social o giornali online, nulla ormai possa più stupirmi. Succede, invece, che appena torno a navigare in rete tocca ricredermi.
E’ successo proprio l’atro ieri per la questione del randagismo, fenomeno da sempre di attualità che da qualche giorno è stato riproposto anche alla pagina facebook di questo giornale. Il fatto che i cani randagi diventino sempre più numerosi e si muovano in branchi, crea naturalmente preoccupazione. Ѐ cosa nota infatti che anche il cane più buono se si muove all’interno di gruppo di cani affamati può diventare aggressivo, di conseguenza pericoloso. Il malumore manifestato dai cittadini attraverso la rete non è sfuggito al Primo cittadino, leggi qua, che è prontamente intervenuto. No, non sui cani in branco! Lo ha fatto piutosto su social e giornali online. Il Sindaco, nell’occasione, ha “tirato le orecchie” evidenziando in alcuni la palese mancanza di conoscenza della normativa che disciplina il randagismo. Puntualizzando, nel contempo, che la stessa divide i simpatici quadrupedi in due categorie: “morsicatori” e di quartiere. I primi sono, ovviamente, quelli cattivi e vanno “denunciati”, i secondi invece vanno considerati parte integrante della comunità. Finalmente è tutto chiaro. Tuttavia, si pone un piccolissimo quasi insignificante problema: ovvero come si fa a identificare quando si trovano in branco quali siano quelli “di quartiere” rispetto ai “morsicatori”? Bizzarrie normative! Ѐ evidente che scambiare gli uni per gli altri può essere davvero pericoloso per gli umani. D’altro canto io stesso non saprei dirlo, pur avendo fatto una esperienza ravvicinata. Tempo fa mi sono imbattuto mio malgrado in un “nutrito”, in realtà numeroso quanto affamato, gruppo di randagi. Preoccupato perché ero da solo e a piedi, ho avuto un momento di esitazione. Poi però ho cercato di farmi coraggio e individuato quello che sembrava essere il capo branco (bianco e di traglia extra large) mi sono giocato la carta della spavalderia. Gli sono andato incontro chiedendogli con tono deciso se fosse un morsicatore o un cane di quartiere. Mi ha risposto che era un tranquillo cane di quartiere a spasso con quattro amici diretti all’osteria. Orgoglioso per l’audacia mostrata e nello stesso tempo rincuorato dalla risposta ho provato quindi ad allontanarmi. Non l’avessi mai fatto! Appena mi sono girato, il bastardo (inteso come razza meticcia s’intende) ha tentato di mordermi. Pensa che sfiga mi sono detto. Ho incontrato un cane morsicatore, per giunta bugiardo! Che tempi! Quanto è vero che ormai non ci si può fidare più di nessuno. Del resto, mio nonno che dei cani aveva una paura matta, a chi cercava di tranquillizzarlo sostenendo che il suo non mordeva, lui con prontezza rispondeva: “e se vuole incominciare a farlo proprio da oggi, mica te lo manda a dire!” . |
PUBBLICATO 22/11/2021 | © Riproduzione Riservata

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