Una vergogna da perdonare?
            
				  Vincenzo Rizzuto
					
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                         Nella giornata del 25 dicembre, ancora in piena pandemia, con gli ospedali sotto pressione per reparti di terapia intensiva che minacciano di andare in tilt, una masnada di giovinastri senza memoria e con il ‘cerebro pieno di scurrili indigeste dicerie’, come avrebbe detto il buon Omero, aveva riempito come un uovo alcuni spazi della nostra città: stavano a centinaia gli uni addossati agli altri, senza mascherina, incuranti della pestilenza millenaria, che da due anni ormai miete vittime in ogni luogo e di ogni età.  
                      Questi scalmanati, come animali senza ragione, stando attaccati gli uni agli altri, gozzovigliavano con bottiglie di birra e bicchieri di vodka per festeggiare, credo, la sofferenza di quanti sono ricoverati nelle corsie degli ospedali a combattere tra la vita e la morte; o forse per festeggiare il dolore della famiglie delle 134.000 vittime, che in due anni abbiamo registrato sulla nostra pelle. Quei giovinastri ieri hanno dato luogo ad uno spettacolo indegno, spregevole, segno di immaturità, ma soprattutto di insensibilità verso chi ha sofferto e soffre. C’è voluto addirittura l’intervento dell’esercito per disperderli mentre si ribellavano a branchi come lupi affamati: una vergogna, una vera negazione dei principi fondamentali del vivere civile. Le cause profonde di tutto questo sono da ricercare in parte, credo, nell’assenza di assunzione di responsabilità delle famiglie, nella debolezza dell’azione formativa della scuola, ma anche in un corpo sociale ormai tutto teso al consumismo e all’edonismo sfrenato, che hanno eroso in profondità il sentimento della solidarietà. Sì, non c’è più solidarietà, perché quegli stessi giovani che ieri, come lupi affamati, si accalcavano opponendosi con rozzezza anche alle Forze dell’Ordine nella nostra città come nelle altre, non erano solidali non solo fra loro stessi, ma neanche con i loro genitori, con i loro nonni, perché li mettevano in pericolo esponendoli alla morte. E lo facevano alla stregua degli scalmanati che a Pordenone, qualche giorno addietro, andavano ad assaltare l’ospedale come no-vax. Non sono un credente, almeno nell’accezione corrente, ma questo non mi impedisce di utilizzare l’affondo cristiano verso chi agisce in modo del tutto irrazionale, perciò diciamo pure, solo, però, entro certi limiti: ‘perdoniamoli perché non sanno quello che fanno’.  | 
                    
PUBBLICATO 27/12/2021 | © Riproduzione Riservata
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