Il plesso scolastico di via Seggio intitolato ad Aristide Manes
Roberto Saporito
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Comune e istituzione scolastica sono d’accordo. Intitolare il plesso scolastico di via Seggio ad Aristide Manes, già maestro elementare, scomparso nel 2009.
Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha dato parere favorevole attraverso una delibera di giunta così come il consiglio d’istituto dell’Ic Beato Greco. Ora gli atti saranno trasmessi all’ufficio scolastico regionale. Troppo spesso, soprattutto alle nostre latitudini, vengono consegnati premi e riconoscimenti a chi non ha dato nulla alla società ed alla comunità, tralasciando, invece, chi si è impegnato veramente con dati di fatto per lo sviluppo sociale e culturale del territorio. Il maestro Aristide è stato uno di questi. Non il semplice maestro ma anche un papà per gli alunni in un periodo difficile come quello del dopoguerra. Classe 1927 il maestro Aristide, sposato con la maestra Michelina e padre di Maria Teresa, Nennele e Giovanni, in pensione nel 1992, ha sempre lavorato presso la scuola di via Seggio, non lontano dalla sua abitazione. Diversi ed importanti i riconoscimenti ricevuti. E’ stato insignito di attestati di benemerito e di encomi; encomio solenne del Direttore Didattico, diploma di Benemerenza di prima classe con fregio della medaglia d’oro conferitogli dal Presidente della Repubblica, vicario del direttore didattico per lungo tempo. E’ stato promotore di diverse iniziative culturali e ludiche per facilitare l’integrazione e la formazione degli alunni soprattutto dei meno abbienti. Azione non facile nella contrada Seggio dove l’abbandono scolastico, per diverse ragioni, era frequente. Affabilità (anche al di fuori l’ambito scolastico), passione, dedizione e metodi innovativi sono stati i suoi punti di forza. E’ stato nei campi per spiegare le stagioni dell’anno, negli allevamenti per far conoscere la scienza , ha impastato con gli alunni il pane, così come per loro ha recitato le pagine più belle della letteratura italiana. Non solo maestro, scrivevamo sopra, ma anche un familiare; in quella scuola si festeggiavano i compleanni dei ragazzi, le nascite dei loro fratelli, ogni ricorrenza. Per il maestro Aristide, la scuola era come una seconda casa. Educatore e pedagogo con competenze, professionalità, comprensione e pazienza, piuttosto che maestro con la bacchetta. |
PUBBLICATO 15/01/2022 | © Riproduzione Riservata
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