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Manutenzioni o umiliazioni elettorali?

Foto © Acri In Rete
Coalizione civica acrese
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Probabilmente le reazioni a metà tra lo sdegno e lo stupore della maggior parte dei cittadini che in questi giorni stanno assistendo alle bitumazioni, a macchia di leopardo, su diverse strade comunali hanno persuaso il sindaco uscente a chiarire la questione attraverso il suo account facebook: strumento particolarmente amato e oggetto di un rigoroso, quasi militare, controllo da parte sua. Se il governo della città avesse avuto in questi cinque anni le medesime attenzioni che gli amministratori uscenti hanno dedicato alla caccia al commento ed ai like, probabilmente la nostra città vivrebbe oggi in condizioni migliori. Nelle brevi righe della nota, tanto imbarazzanti – probabilmente imbarazzate, quanto fuori luogo, si parla di interventi “programmati”, di “approvazione di documenti contabili”, quasi a voler far credere ai cittadini acresi che le bitumazioni solo per una strana coincidenza temporale, guarda caso a pochi giorni dal voto, si stanno svolgendo in questi giorni.
Il classico caso di “pezza peggiore del buco”. Per fortuna però gli acresi sono più intelligenti di quanto questa amministrazione, per fortuna uscente, crede. Purtroppo siamo dinnanzi alle comiche finali di un metodo politico vecchio di decine di anni.
Il cambiavento che si è fatto scirocco, che è diventato fardello per un’intera comunità tanto da ridurla, in questi cinque anni, a semplice luogo da cui partire verso mete migliori. Ma la questione del rifacimento “illusorio” di alcune strade della nostra città va addirittura oltre, e può essere intesa come una ripetizione dei caratteri di questa fallimentare esperienza amministrativa, contraddistinta da un’assenza di programmazione costante, aggiornata quasi a cadenza settimanale ed attraverso il metodo del “chi arriva prima”.
La rincorsa all’emergenza ha reso il tutto quasi comico: 14 assessori cambiati e maggioranza politica stravolta dagli ingressi degli esponenti di articolo 1, acerrimi avversari in campagna elettorale, ai quali sono state consegnate direttamente le funzioni di guida amministrativa o, come si dice in città, di “sindaco senior”. Come se il sovrano di una città assediata si rivolgesse al capo degli assedianti, proponendogli di cessare l’assedio a costo di consegnarli la corona. Una resa, quasi incondizionata, e che le roboanti dissimulazioni adoperate dai palchi elettorali mai potranno nascondere.
Gli acresi sono un popolo fiero, che per quanto piegati non cedono all’inganno di una politica bugiarda. Non si faranno ingannare nemmeno nella cabina elettorale.
Del resto la scelta stavolta pesa: da un lato il metodo che ha condotto la città a spopolarsi e che se confermato trasformerebbe Acri in una città di anziani e badanti. Dall’altro la possibilità di guardare avanti ad una nuova Acri da ricostruire insieme, con un patto politico e una persona specchiata come il nostro candidato Natale Zanfini a fare da guida, DISINTERESSATA, nell’operazione più importante di tutte: la riconsegna di Acri ai suoi giovani e, dunque, al suo futuro.

PUBBLICATO 03/06/2022 | © Riproduzione Riservata





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