Acri, città o paese?


Giuseppe Capalbo

Facendo ingresso ad Acri, ci da il benvenuto il cartello “Città di Acri“ sicuramente il titolo ci sta tutto, vista la grande estensione territoriale del nostro comune, il numero degli abitanti ma anche il nostro grande patrimonio storico, artistico e culturale.
Volendo, però, andare oltre al sempre importantissimo riconoscimento da parte dello Stato Italiano, mi chiedo cosa faccia veramente una città per differirla da un paese.
Questa riflessione mi è sorta dopo aver letto un post su Facebook, che criticava l’avvio del servizio di delivery nel nostro comune.
Non voglio entrare nel merito del post suddetto, ma lo stesso asseriva che già le strade sono desolatamente vuote di gente, e con il servizio di consegna a domicilio dei pasti lo sarebbero state ancora di più, ciò mi ha spinto a pensare perché la gente va via da Acri, sicuramente la prima causa è la mancanza di lavoro, ma forse anche la carenza di servizi che diminuisce di molto la qualità della vita anche di chi ha scelto di svolgere la propria professione sul nostro territorio pur potendo decidere, tranquillamente, di andare altrove e magari avere più apprezzamenti e maggiori rendimenti.
Ad esempio io, 20 anni fa, dopo la laurea, ho scelto di vivere ad Acri cercando di dare un servizio che prima era inesistente, è , nel mio piccolo, penso che rimanendo qui abbia contribuito a far crescere la mia città. Il problema ora è decidere di rimanere, capendo se qui si ha la possibilità di fare le cose più semplici della vita, ad esempio :quest’estate passeggiando con mia figlia di 9 anni ci siamo recati all’ampio parco verde antistante la scuola media Vincenzo Padula, Lei ha iniziato a giocare ma da subito è rimasta delusa in quanto in quel parco verde i giochi erano fatiscenti e obsoleti, ed io aggiungerei anche pericolosi. Ci siamo spostati, pertanto, al parco del gazebo dove la situazione era migliore anche se bisognava fare la fila per salire sulle poche altalene ed altri pochi giochi. Allora abbiamo deciso di camminare sul corso principale e Lei mi dice: “Papà mi prendi una pizzetta?” imbarazzato ho dovuto dirle di No, in quanto, essendo Lei celiaca, nel centro di Acri non vi sono servizi di ristorazione appropriati che effettuino cucina senza glutine, rientrando nel circuito Nazionale dell’Associazione Italiana Celiaci, che impone la garanzia di determinate regole per evitare la contaminazione degli alimenti che portano a varie sintomatologie per la persona celiaca. Ad Acri solo due attività svolgono questo servizio: il Panoramik e la gelateria Callipo, da cittadino e da padre a loro va il mio plauso !!! Perché il servizio che offrono ha comportato per loro importanti investimenti economici che però permettono al Nostro territorio di crescere. La nostra passeggiata è continuata su corso Pertini, dove abbiamo potuto ammirare il museo a cielo aperto e trovare con Lei molti punti di discussione sul tema del riciclo e dell’arte, poi stanca mi ha detto:” Per tornare a casa, papà, prendiamo il bus ?” Io ho risposto che ad Acri non c’è un servizio di bus urbano!!! Mi ha guardato chiedendomi: “ Allora una persona anziana, oppure un turista che vuole andare alla Basilica di Sant’ Angelo si deve fare tutta quella strada a piedi?”
Ed io, mio malgrado, ho dovuto annuire. Pertanto, è semplice da capire, sono i servizi che fanno la differenza, servizi che non dobbiamo aspettarci solo dal pubblico ma soprattutto da noi singoli cittadini propositivi, con idee innovative che possono migliorare la vita di tutti. Quindi sono i cittadini che fanno la città e le strade si possono riempire di persone felici soltanto se cambiamo il nostro modo di pensare avendo un ampia visione del mondo che ci circonda, pensando che ci sono bisogni, necessità e interessi diversi, ecco cosa vuol dire essere una vera città.
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PUBBLICATO 02/09/2022 | © Riproduzione Riservata

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