RECENSIONE Letto 1915  |    Stampa articolo

Arte e vita in un pomeriggio di mezza estate...

Foto © Acri In Rete
Rita Coschignano
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In questa calda estate una ventata di freschezza e di cultura ho trovato nella mostra di pittura "Pagine sparse dove tutto è iniziato" allestita ad Acri nei locali della ex scuola elementare di Padia-Acri, Cosenza, a cura dell’artista Giuseppe De Vincenti.
Mi è capitato spesso, dopo aver conosciuto un artista, di provare a intuire la sua tipologia di pittura, e di constatare che a volte tra il pittore e le sue opere non ci sia proprio un’esatta corrispondenza.
Invece le opere di De Vincenti sono state per me una piacevole eccezione, perché le sue tele sono il preciso specchio della sua felice personalità.
Umberto Saba
diceva che l’opera d’arte è sempre una confessione: ebbene, ogni singola creazione di questo pittore assume i contorni di una confessione di sè stessa, del suo modo d’essere e di porsi di fronte alla vita.
Le sue opere sono una sorte di dialogo affettivo profondo tra il pittore che dal presente rievoca un passato, a lui caro, e che dal passato rievoca un presente, dove ogni passaggio di colore rappresenta un’emozione, quel sentire intimo che si materializza in una pittura ricca di vibrazioni.
Le sue tele sono una sinfonia, sempre meditata a priori, di colori, principalmente quelli caldi e solari,di toni e controtoni che danzano e si rincorrono sulla tela, dando vita a pagine pittoriche di equilibrata armonia.
Nelle sue composizioni sono dunque fissati attimi di vita che nel momento in cui prendono forma sfumano nel ricordo.
La sua è pittura di un realismo corposo, e nello stesso tempo capace di dare all’immagine il valore aggiunto di un’interpretazione del tutto soggettiva, che gli proviene dalla sua acuta capacità di penetrare il significato più recondito degli oggetti quotidiani della natura di un mazzo di fiori o nello scorcio di un paesaggio immerso nelle luci della notte.
Mirabili le descrizioni dell’ambiente finito e rassicurante delle mura domestiche, ma anche nello spazio infinito, con uguale forza espressiva.
La natura diventa balsamo per l’animo dell’uomo e, da essa, si possono cogliere le suggestioni poetiche più intime.
C’è un profondo legame tra la pittura di De Vincenti e la poesia. Come non riconoscere il profondo legame con la campagna rigogliosa e assolata di Teocrito, con le immagini del ritorno della primavera amabilmente descritta nelle Odi da Orazio o ancora i sobborghi campestri di Atene di Sofocle. Attraverso le intermittenze del cuore, Giuseppe De Vincenti comunica sensazioni uniche e irripetibili.
Grazie ancora per averci omaggiato delle tue opere e averci fatto ricordare un assioma del filosofo stoico greco Epitteto che recitava così: ”Solo l’uomo colto è libero. La mancanza di conoscenza rende l’uomo schiavo e lo porta alla morte.”

PUBBLICATO 04/09/2022 | © Riproduzione Riservata





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