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Di chi è la Terra

Foto © Acri In Rete
Padre Leonardo Petrone
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Esiste una tradizione ancestrale che ha visto il pianeta Terra nell’aspetto di “Madre che genera ed offre ciò che serve ad ogni bisogno”, un super organismo vivente che si autogestisce per mantenersi capace di far vivere l’essere umano, porzione della terra, ma porzione scelta: cosciente e intelligente. La terra è sempre pronta ad offrire le generose risorse. A chi appartiene questa “Gran Madre”? Le riposte sono tante, alcune insufficienti, altre false. Forse come prima risposta conviene dire che appartiene a sé stessa perché vive, ha finalità, ha la sua storia che varca limiti impensabili. A chi appartengono le stelle, il sole e gli altri pianeti? Anche loro appartengono a sé stessi: l’ argomento possesso e prezzo a loro non è applicabile. La Terra si prende cura di se stessa perché gode di un dinamismo tutto proprio: dinamismo riproduttivo, rigenerazione e auto sostentamento. A chi tocca la cura e la protezione di questa sacra eredità ricevuta dalla stessa generosità di Dio Creatore?. “Curare” significa tenere lontana la malvagità distruttiva, significa curare le ferite già inflitte ed evitare altre future ferite. Qui subentra la parola “proteggere” che significa garantire l’esistenza a tutti gli esseri che si muovono sulla terra. E’ questo l’utilizzo razionale e delle risorse della terra per il miglioramento della vita. Solo così possiamo avanzare la pretesa che la terra appartiene a noi; ma non come proprietà esclusiva perché la terra non produce solo per noi, ma per l’intera comunità che vive sulla terra. Tutta l’immensa comunità che vive, e noi con essa. Curarla e custodirla appartiene a noi perché portatori di coscienza, di intelligenza, amore. “Dominatela”(Gn9,3-7) non ha il significato moderno di potere, significa amministrare con cura e responsabilità il bene ricevuto. Quindi la terra non ci appartiene. Solo l’ignoranza e l’arroganza porta a pretendere il possesso della terra. E non appartiene neppure alla “vasta comunità” degli esseri viventi. Noi e la vasta comunità siamo in funzione di garantire la vitalità del Pianeta Terra. L’antropologia ci informa che l’uomo cominciò a muoversi sulla terra, quando la terra era completa e non necessitava della presenza umana. La terra appartiene a sé stessa e da lei nascono e si rinnovano gli esseri viventi. Tutte queste risposte non soddisfano, restano in campo ipotesi. Solo la Teologia risponde in maniera adeguata: “La Terra appartiene a Dio suo Creatore”. Per appropriazione indebita appartiene al Potere che vende e compra esseri e risorse a capriccio. Famoso e significativo il linguaggio di Capo Seattle:”possono forse comprare e vendere la brezza che rinfresca? Possono disporre della bellezza delle montagne e dell’incanto dei fiori? Possono pagare il sorriso di un bambino”? Questi interrogativi rivelano l’assurdità del possesso della terra. Nel seno di madre terra c’è qualcosa che nessuno può fare propria, è offerta senza costo: tutto ha valore, ma non prezzo. A chi appartiene la terra? La risposta sensata che soddisfa tutte le religioni: “La Terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti” (Lv 25,23). Dio solo è Signore della terra e a nessuno ha ceduto certificato di proprietà. Noi siamo ospiti temporanei e custodi incaricati a mantenerla giardino, non mattatoio, giardino. Sono parole appropriate quelle del Capo pellerossa al Presidente Stevens nel 1854 che voleva obbligare gli indiani a vendere le loro terre. Capriolo Zoppo non capiva questo vendere e comprare ciò che non è tuo. Ma qual’ è il sogno dominante di oggi? Possesso del bene comune fino a soffocarne. Mosè pascolava il gregge sul monte Oreb, vide un roveto che bruciava senza consumarsi, incuriosito si avvicina lentamente, una voce molto chiara lo avverte: “Mosè, togliti i sandali, la Terra che calpesti è Terra santa” (Es 3,5). Quella stessa voce oggi avverte tutti noi: “toglietevi sandali dell’orgoglio, siete poveri pellegrini”.

PUBBLICATO 03/10/2022 | © Riproduzione Riservata





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