''GIOIA e PIACERE''


Padre Leonardo Petrone

Sono due piante bellissime e svettanti in alto, sempre verdi e fiorite, amano il tepore primaverile di Aprile e Maggio. Raramente si presentano “tristi e appassite” temono il freddo di tramontana.
Tutte e due crescono lungo il celeste fiume di Dio: la vita. Quindi il terreno è lo stesso, ma gli umori che assorbono sono differenti. La gioia si nutre di qualcosa che il Padre Celeste gli porge personalmente ogni giorno. Questo nutrimento produce nell’anima intensissima contentezza e facilmente diciamo “è pazzo di gioia”, è felice. E’ la vitamina di cui il cuore ha veramente bisogno. Quando il cuore è privo di gioia, è semplicemente “triste”. La gioia è divina, è di Dio e Dio è gioia. Essendo bene infinito è anche gioia infinita. Noi siamo fatti per la gioia, anzi possiamo dire che lo stesso pulsare della vita nel mondo è regolato da questi due poli: Dio – nostro Cuore. Il nostro cuore ha bisogno di gioia, solo Dio gliela può dare e mai la nega. Anche il piacere è pianta che cresce sul terreno dell’anima, ma il benefico effetto è più breve, appartiene alla materia, è godimento fisico, si traduce in atto di godimento in chi lo riceve: piace, produce diletto e tutti i sensi ne sono pervasi. La gioia è permanente e durevole, il piacere è temporaneo e sfuggente. Ma anche il piacere fa parte della magnificenza di Dio. E’ come l’adrenalina: sveglia energie, mostra panorami incantevoli, spinge alla vittoria. Il piacere più intenso e più bello dona la vita. Quando il cuore è colmo di gioia gli occhi virano dal nocciola delle ghiande al verde del lauro, all’oro del grano. Quando il tatto gusta il piacere tutto l’essere vibra nell’estasi. Estasi significa uscire da se stessi, muoversi in situazione fuori dell’ordinario. Il piacere intenso sveglia tutte le cellule, veste a festa l’anima, esplode il miracolo della vita. Godi con chi gode, le nuvole affrettano il passo, Adamo ha visto Eva. |
PUBBLICATO 02/11/2022 | © Riproduzione Riservata

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