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Elena di Sparta

Foto © Acri In Rete
Rita Coschignano
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Elena, il cui nome non è greco e forse in origine fu quello di una dea, associata agli uccelli e agli alberi, era figlia di Zeus e di Leda moglie di Tindaro re di Sparta.
Zeus innamoratosi perdutamente di Leda aveva escogitato un piano per sedurla e si era trasformato in cigno.Così dopo nove mesi la regina diede alla luce due coppie di gemelli: Polluce ed Elena, figli di Zeus, e Castore e Clitennestra figli di Tindaro.
Tutti nella vita cercano il riscatto, che sia dalla propria condizione sociale, dalla vita professionale o sentimentale, e il fine, si sa,  giustifica il mezzo, come nel caso di Elena  di Sparta.Chi è Elena e che cosa rappresenta oggi?  
E’ una moglie che tradisce il marito Menelao e fugge con Paride a Troia causando con questo suo gesto la guerra di Troia? E’ una “femme fatale” che seduce tutti gli uomini con la sua straordinaria bellezza e il suo grande fascino donatole da Afrodite?
Elena
è sicuramente molto di più. Fin dall’infanzia rispetto alla sorella Clitennestra  viene trattata in modo diverso proprio per la sua bellezza, considerata come un oggetto da contemplare e proteggere più che una figlia da amare,in lei non c’è libertà di pensiero e di movimento.
Ad Elena, l’occasione di riscatto per poter cambiare la sua esistenza piatta e priva di slanci le viene offerta proprio abbandonando il marito e fuggendo  con Paride.
Elena
sceglie la colpa, preferisce ad una vita tranquilla e agiata, una vita in cui in virtù della sua bellezza può finalmente sentirsi libera di vedere e di sperimentare le gioie del mondo. E’ lei a decidere del suo destino, è lei a scegliere chi amare e con chi progettare una nuova vita.
Sceglie la colpa e parte alla volta di Troia. Lascia il marito non spinta dall’amore folle per il giovane e aitante Paride,ma calcola cinicamente il tutto perché finalmente può riscattarsi facendo qualcosa per se stessa, senza essere più condizionata da nessuno.
Diventa l’artefice del proprio destino, fino a quel momento ignara del mondo, intrappolata nelle mura di Sparta,intrappolata dalla bellezza che diventa la sua condanna.
Il suo diventa un viaggio catartico e liberatorio di un’anima,di una donna che smette di essere considerata mero oggetto sessuale e diventa una donna coraggiosa che sfida il mondo degli uomini e tutte le convenzioni sociali del tempo. Alla morte di Paride sposa il fratello di lui Deifobo e quando Menelao giunge alla reggia per riportarla a Sparta, senza esitazione e con estrema freddezza ( Deifobo è ucciso da Menelao ) ritorna a Sparta.
Il ritorno alla sua vita passata potrebbe far  pensare ad una involuzione di Elena, ma l’andare via le ha permesso di rendersi conto che lei non è solo un bel corpo da ammirare e desiderare, ma un essere libero e pensante, ove il corpo è un tutt’uno con la mente; ritorna cambiata e quella che era la sua prigione diventa ora il suo rifugio dorato.
Quante Elena vi sono oggi nell’era digitale dove al contatto fisico si sostituisce il contatto virtuale?
Quante donne sono intrappolate in una vita all’apparenza dorata,donne che sono succubi di un uomo che spesso titolato diventa il loro carnefice quotidiano,un mostro che svuota la loro anima e si diverte ad annientarle senza provare il minimo scrupolo?Quante donne continuano ad amare il loro carnefice giustificandine ogni atteggiamneto e compatamento?
Quante donne sono solo oggetto del possesso contrabbandato per amore?  
Elena è riuscita a liberarsi da tutti e da tutto,ma il riscatto  e l’affrancamento dalla servitù sentimentale richiedono coraggio e determinazione,necessari per vievere pienamente la vita all’insegna dell’amore, del rispetto e della dignità.
Prendiamo coscienza del nostro essere e viviamo a trecentosessanta gradi.
La vita è preziosa ed unica, e, va vissuta scevra da ogni stato di subordinazione che mortifica la nostra coscienza.
Emancipatevi dalla schiavitù mentale. Solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente” (Bob Marley, Redemption Song)

PUBBLICATO 20/12/2022 | © Riproduzione Riservata





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