Divieto di dimora in Calabria per Aieta


Arcangelo Badolati

Le Terme della discordia. E le assunzioni contestate. L’ex consigliere regionale progressista, Giuseppe Aieta, già sindaco di Cetraro e attualmente consigliere di minoranza nel comune del Tirreno cosentino, non potrà più dimorare in Calabria.
L’ha stabilito il gip di Paola, Maria Rosaria Misiti, firmando una ordinanza cautelare richiesta dal procuratore paolano Pierpaolo Bruni. Aieta, rimasto in carica alla Regione dal 2014 al 2019 durante il governatorato di Mario Oliverio e poi rieletto nel 2020 con 7454 voti ottenuti nella lista “Democratici e Progresisti”, è indagato per corruzione. L’ipotesi di reato si riferisce a una serie di attività svolte dal politico in vista delle Regionali di due anni fa con l’intento di procurarsi sostegno elettorale. Approfondiamo. Giuseppe Aieta avrebbe promesso l’assunzione nella struttura regionale speciale al sindaco di Acri, Pino Capalbo, all’imprenditore di Roggiano, Emilio Morelli (marito di una consigliera comunale) mentre al sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo avrebbe promesso l’inserimento del figlio con un contratto di collaborazione. I rapporti tra l’ex consigliere regionale Capalbo e Pirillo sarebbero testimoniati da intercettazioni ambientali e telefoniche eseguite dalla Guardia di Finanza. Nei confronti dei tre “beneficiari” della promessa il Gip si è dichiarato incompetente a decidere per ragioni territoriali. Ma non è finita. Il procuratore Bruni contesta a Aieta di essersi messo a disposizione dell’imprenditore e medico Giuseppe Chiaradia di Corigliano, attivandosi spasmodicamente per risolvere problematiche di tipo burocratico e amministrativo che riguardavano la posizione personale e im- prenditoriale del coriglianese. In particolare l’obiettivo sarebbe stato anche quello di far ottenere alle strutture sanitarie riconducibili a Chiaradia l’accreditamento presso la Regione. Aieta si sarebbe mosso - questa la ipotesi di accusa - dietro la promessa di ottenere un ingente procacciamento di voti. Infine, all’esponente politico viene contestato d’essersi inserito, per condizionarla, nella procedura riguar- dante la proroga del contratto di sub- concessione delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese, alla Sateca spa. In cambio avrebhe ricevuto - sempre a parere del Pm - la promessa di sostegno elettorale da parte di Dante Ferrari, amministratore delegato della Sateca, di Giuseppe Tucci, azionista e dipendente della società, di Mario Schiavoni, dipendente a sua volta del- la Sateca. In più avrebbe richiesto l’assunzione da parte della società di persone da lui segnalate con l’obiettivo di aumentare il consenso elettorale. Anche rispetto alle posizioni di questi ul- timi il Gip di Paola si è dichiarato incompetente territorialmente. L’abitazione e la segreteria politica di Giuseppe Aieta vennero perquisita dalla Guardia di finanza, l’undici febbraio del 2020, poco dopo la rielezione avvenuta il 26 gennaio. Furono nell’occasione sequestrati tablet, computer, telefoni cellulari e dispositivi elettronici. Aieta rese interrogatorio al Pm il 13 febbraio, accompagnato dal suo avvocato Vincenzo Adamo, Depositò una memoria e, lasciato il palazzo di giustizia, disse di aver «chiarito tutto». Dopo la notifica del provvedimento di divieto di dimora, l’avvocato Adamo ha annunciato ricorso al Tdl di Catanzaro. - Gazzetta del Sud 13-01-2023 |
PUBBLICATO 14/01/2023 | © Riproduzione Riservata

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