La replica. In attesa del nuovo atto aziendale, il Beato Angelo è un valido punto di riferimento


Pino Capalbo

Egregio Dott. Bianco, ho letto con molto interesse la Sua pubblicata sulla testata giornalistica Acrinrete. Le sono vicino per quanto riguarda Sua madre, se posso esserLe di aiuto mi faccia sapere, la vita e la salute di ogni essere umano deve essere al primo posto ancor più se è una concittadina. Come Lei stesso ha sottolineato, il SSN non vive un grande momento e, purtroppo, la Calabria è agli ultimi posti nella graduatoria dei LEA. Mi scusi se glielo ricordo, ma la gestione degli ospedali e delle attività sanitarie non compete ai sindaci, bensì alle aziende sanitarie ed alla Regione. Non so in che ambito Lei svolga la professione di medico, ma fa bene a chiedere notizie circa il nostro ospedale che, lo ricordo, è un “ospedale di zona disagiata” con tutti i limiti che questo comporta. Di certo la scelta non è stata di questa Amministrazione ma di altri, qualche decennio addietro. Ciò nonostante, dai dati forniti dalla stessa ASP di Cosenza, il nostro pronto soccorso è, tra gli ospedali paritari, quello che fa più accessi. Ce ne sono altri che fanno di più, ma che sono Spoke e bisogna tenere conto che la maggior parte sono in zone di mare, quindi con un alto afflusso di turisti. Pertanto, facendo le dovute proporzioni, possiamo dire che il nostro PS è tra i più efficienti. Nel periodo della pandemia abbiamo aperto un reparto Covid -contro tutto e tutti - che ha permesso di dare respiro agli ospedali Hub e, nel contempo, di avere a disposizione più personale e più risorse strumentali. Ad oggi esiste una Medicina con 20 pl, un multidisciplinare chirurgico, un PS 24 ore con guardia anestesiologica, un laboratorio analisi che esegue quasi 100 prelievi esterni al giorno, un servizio di endoscopia digestiva apprezzato su tutto il comprensorio ed altro ancora. Tutto questo nonostante gli interlocutori locali siano stati alcune decine, con una girandola di commissari (quasi dodici in due anni) impressionante. Quindi può immaginare le difficoltà ad interagire e trovare risposte alle nostre continue e reiterate richieste. Vede, la sanità pubblica, da un punto di vista del personale, vive una situazione che definire apocalittica è un eufemismo, è risaputo che molte figure, di cui alcune specialistiche, sono introvabili ad ogni latitudine, maggiormente in Calabria. Nonostante questo abbiamo lavorato e continueremo a farlo a difesa del nostro ospedale e della sanità del territorio, in attesa che la Regione presenti il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Mi creda, non è facile in questa situazione trovare e dare risposte. La rassicuro sul nostro e sul mio impegno personale, affinché vengano realizzate ad Acri tre piattaforme per elisoccorso, tre postazioni di osservazione breve intensiva nel PS e la lungodegenza. Nel frattempo Le faccio i migliori auguri per Sua madre, convinto che da uomo di medicina quale è comprenda le difficoltà che abbiamo in questa terra tanto bella quanto complicata.
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PUBBLICATO 08/05/2023 | © Riproduzione Riservata

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