Civiltà dell'amore


Padre Leonardo Petrone

Cammina in buona compagnia. La buona compagnia è fornata da Gesù Maestro e dalla brava gente che ha sete della Verità e fame di vita onesta. La strada è quella che conserva i passi di Cristo. Gesù si è proclamato “Via – Verità – Vita” cioè materiale idoneo per effettuare la traversata. L’adesione a Lui è necessità primaria, fa evitare la strada vuota, quella frequentata dai nullafacenti. L’adesione al divino Maestro di strada ha un solo aggettivo :”esaltante”, è paragonabile a “festa nuziale”: la porta è aperta, il vino è buono. Camminando solitari la strada è pietrosa, la verità incerta, la vita precaria e la ringhiera della speranza non offre sicurezza. Necessitano volti sorridenti e occhi che parlano, la casa dell’amore ti sta davanti. Gesù non corre, misura i suoi passi con i nostri e insieme avanziamo nel tempo con lo sguardo oltre il tempo. Apriamo un momento la famosissima e antichissima “Lettera a Diogneto, capitolo 5: “I Cristiani, vivendo in città si adeguano a leggi e costumi locali, ma come stranieri appartenenti ad altra civiltà: si sposano come tutti, generano come tutti e non gettano i figli, vivono sulla Terra come cittadini del cielo: amano tutti e da tutti sono perseguitati”.
Viviamo tempo rapido e rischioso, significativa la canzone di Claudio Villa “Vorrei fermare il tempo per un momento/ ma il tempo corre, è già lontano..”. Sembra che viviamo in anticipo, ci preme arrivare in anticipo, mangiare la mela in anticipo, prima che sia matura.
La vita è dono di Dio, a Lui appartiene ogni essere vivente perché è Lui la vita e dona la vita. Noi viviamo in fretta con fretta, ma Lui non ha fretta. La Comunità dell’amore” non sfiora la vita, vive la vita e cresce nell’amore. Dove l’amore è assente la vita è come albero senza radici, anche il vento primaverile lo getta a terra. L’amore non è forza restrittiva, è forza espansiva, prolifica. Una famiglia senza figli (un figlio costa..) è famiglia egoista, è priva d’amore da partecipare, è ricca d’amore da godere. Dove regna egoismo la sorgente della gioia si prosciuga, la corrente della bellezza si ferma stagnante. La teologia dell’amore riceve consistenza dalla teologia agapica. Si parla molto di clima fuorilegge, urge tornare al clima giusto, a quello creato, non a quello alterato. Entrando nell’ufficio di Gesù Maestro è in evidenza il suo primo desiderio: “Non entrare da Me se prima non ti sei fermato da tuo fratello”. Ester Hillosum, 29venne mandata in camera a gas ad Auschwitz nel 1942 perché ebrea, nel diario: “Signore, Tu non puoi aiutare noi, siamo noi che dobbiamo aiutare Te, in questo modo aiutiamo noi stessi: l’unica cosa che possiamo salvare è un pezzo di Te da salvare in noi. Dobbiamo disseppellirti dai cuori devastati. Sembra che Tu non possa fare molto per rettificare le attuali cattive circostanze, fanno parte della nostra vita. Non chiamo in causa la tua responsabilità, sarai Tu a dichiarare responsabili noi. Nel mio cuore nasce la certezza: noi dobbiamo aiutare Te “Difendere la tua casa in noi”. Nella civiltà dell’amore si vive la gioia, perciò la strada è sempre in costruzione. Dove si vive e si pratica amore non ci sono titoli e titolati, ci si chiama per nome e non si fa uso di stipendi disuguali: disuguali: il necessario per tutti. Unica cosa comandata il sorriso: “UN SANTO TRISTE E’ UN TRISTE SANTO”. |
PUBBLICATO 12/06/2023 | © Riproduzione Riservata

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