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''La mia prima, e credo ultima, cittadinanza onoraria che voglio condividerla con i colleghi, la famiglia e le forze dell’ordine''

Foto © Acri In Rete
Roberto Saporito
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Il magistrato Paolo Guido, che ha coordinato le indagini per la cattura di Matteo Messina Denaro, arriva con la nutrita scorta poco prima delle 16 a Palazzo Falcone.
Ad accoglierlo le forze dell’ordine, il consigliere comunale Feraudo, colui che ha proposto la cittadinanza onoraria, il sindaco ed il presidente del consiglio comunale.
Guido, 57 anni, dal 2017 Procuratore della Dia a Palermo, scambia qualche parola con amici e conoscenti di vecchia data e ricorda aneddoti e luoghi della sua infanzia.
Lo avviciniamo, è disponibile ma ci invita ad evitare registrazioni audio e video.
D. Allora è vero, dott. Guido, lei non ama i riflettori;
R. “piuttosto mi chiedo perché alcuni colleghi non possono farne a meno.”
D. Mancava da molto tempo da Acri?
R. “Sono contento di esserci ritornato dopo oltre dieci anni, sono molto legato alla Calabria e ad Acri, ricordo luoghi e cose, poco le strade, fortunatamente alcuni uomini della scorta conoscono bene questi posti.”
D. Questa è la sua prima cittadinanza onoraria?
R. “sì e credo anche l’ultima, sono fiero che me l’abbia conferita la città che ha dato i natali a mio padre, vorrei condividerla con le forze dell’ordine, con la famiglia e con gli uffici di Palermo.”
D. E’ penalizzato chi vive in piccoli centri?
R. “Io ho frequentato il liceo a Cosenza, le distanze, grazie al web, si sono accorciate, chi ha voglia può emergere ugualmente.”
D. Qual è il clima che si respira oggi a Palermo?
R. “C’è più fiducia, abbiamo catturato un pericoloso latitante che contava molto dopo anni e anni di studi e di pedinamenti.”
D. Quale sarà il suo futuro?
R. “In verità sono stanco, tra due anni scade il mio mandato.”
D. Ha avuto modo di vedere i funerali di Silvio Berlusconi?
R. “Ho preferito lavorare."
D. Ha letto le polemiche sul lutto nazionale?
R. “Purtroppo sono punti di vista, non sono interessato a qyeste cose."
Alle 16,45 Paolo Guido entra nella sala del consiglio. Partono i primi applausi. Sono presenti le forze dell’ordine, Gdf, Carabinieri, Polizia, Carabinieri Forestali, la Prefettura, i consiglieri regionali Iacucci e Bevacqua.
Accanto a Guido le figlie e alcuni stretti familiari tra cui una zia di 98 anni.
Quindi le relazioni del presidente del consiglio, Bruno, del sindaco Capalbo dei consiglieri Feraudo e Sposato.
Poi è la volta di Guido che è costretto più volte a fermarsi per la commozione accompagnata da lunghi applausi.
In poco meno di mezz’ora ricorda la sua infanzia, le passeggiate lungo via Padula, i gelati al bar Piscitelli.
Cita con nome e cognome i parenti e gli amici con cui trascorreva le giornate.
Ricordo i momenti acresi vissuti con mio padre che mi ha insegnato la dignità, il rispetto, l’umiltà ed il senso dello Stato.”
Ed ancora; “oggi è una gran bella giornata, il consiglio comunale e la comunità acrese devono essere fieri di aver onorato non solo il sottoscritto ma anche i miei colleghi, l’ufficio lo Stato, le forze dell’ordine soprattutto quelli che mi stanno accanto come oggi.”
Applausi. Non manca una piccola nota polemica; “questo riconoscimento è il risultato di un lavoro sinergico tra Stato e magistratura così come dovrebbe essere ogni giorno ma spesso non lo è.”
C’è spazio anche per una battuta sulle condizioni delle infrastrutture; “arrivare ad Acri è sempre uno strazio, la strada è sempre quella di cinquanta anni fa.”
Guido non si definisce un eroe ma un gran lavoratore, un servitore dello Stato.
Si ferma spesso, singhiozza, si commuove, strappa ancora applausi e qualche lacrima quando si rivolge a chi non c’è più (la moglie Paola è deceduta nel 2015 a 50 anni, ndr).
Quindi la consegna di doni da parte del primo cittadino a nome dell’intero consiglio comunale e della città.
Infine, stratte di mano e foto ricordo.
Il video integrale dell’intervento di Paolo Guido è presente sulla pagina facebook di Acri in rete.

PUBBLICATO 15/06/2023 | © Riproduzione Riservata





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