Chi mi definisce Masaniello ha permesso il declassamento del Beato Angelo
Pino Capalbo
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Alcune precisazioni su un recente articolo pubblicato sulla vostra testata. Intanto essere paragonato a Masaniello è per me un onore, viste le sue capacità a difendere il popolo da soprusi di ogni sorta.
Chi oggi si atteggia a politologo è lo stesso che minacciò le dimissioni da Assessore regionale nel caso in cui l'ospedale di Acri fosse stato depauperato e trasformato da generale in Spoke Castrovillari/Acri, poi in seguito divenuto ospedale di montagna. Le paventate dimissioni sono poi rimaste lettera morta. Non riconoscere che nel 2010 sono stati chiusi 18 ospedali e che l'ospedale di Acri fu declassato significa vivere in un mondo virtuale, per alcuni così è: il tempo per loro è come se si fosse fermato. Abbiamo inoltrato ricorso al Decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera, lo faremo anche per le linee guida. Lo facciamo per amore della collettività, che ci ha eletto due volte. Del resto sono i cittadini a giudicare il nostro operato. A differenza dell’illustre politologo, che se avesse lavorato bene per Acri e per i calabresi anziché dispensare perle di saggezza, magari avrebbe potuto aspirare a una riconferma. I novelli intellettuali cercano invano di far credere ai cittadini di aver fatto di tutto per evitare quanto invece è sotto gli occhi di chiunque, e questo non fa altro che confermare che l'astenersi dalle parole, a volte, vale più che intervenire. Amministrazione, cittadini e forze politiche insieme scenderemo in piazza, perché le manifestazioni di piazza sono una forma di attivismo che porta le persone che condividono una certa opinione sulla sanità acrese a mostrarsi e attraverso il loro mostrarsi a rendere visibile la loro opinione. Essere in piazza non ha solo un significato simbolico ma è espressione di partecipazione democratica è momento fondamentale per lo sviluppo della democrazia. L'illustre politologo sarà forse l'unico contento dello stato della sanità della nostra città e forse anche l'unico che non scenderà in piazza per un diritto costituzionalmente garantito. |
PUBBLICATO 21/03/2024 | © Riproduzione Riservata

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